L’Aeroporto di Centocelle a Roma è il più antico d’Italia: la storia che in pochi conoscono

Roma, aeroporto di Centocelle

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Nel cuore della periferia sud-orientale di Roma si trova quello che fu il primo aeroporto italiano, oggi riconvertito in installazione militare e parzialmente restituito alla città sotto forma del Parco archeologico di Centocelle. Un luogo carico di memoria storica, intitolato all’aviatore Francesco Baracca, che ha rappresentato per decenni il fulcro dell’evoluzione aeronautica italiana.

Un luogo che ha cambiato volto molte volte: prima campo di volo, poi aeroporto strategico durante le guerre, infine quartier generale di comandi interforze e centro decisionale per le operazioni speciali. Ma il cuore resta sempre lì: il volo, l’innovazione, la storia.

A Centocelle ha volato Wilbur Wright

È il 15 aprile 1909 quando Wilbur Wright, uno dei due celebri fratelli americani pionieri del volo, arriva a Centocelle con il suo Flyer, il primo velivolo a motore più pesante dell’aria. La zona è ampia, pianeggiante, perfetta per le dimostrazioni. Wright non si limita a far volare l’aereo: dà vita alla prima scuola di volo italiana.

Il suo primo allievo è Mario Calderara, ufficiale della Regia Marina, che diventerà il primo pilota italiano brevettato. Calderara formerà poi gli altri, dando inizio alla nascita della prima scuola militare di volo nel nostro Paese.

Solo undici anni dopo, nel 1920, da qui decolleranno i velivoli che tenteranno l’epico raid Roma-Tokyo. Un’impresa che sembrava impossibile. A portarla a termine furono solo due equipaggi: quello di Guido Masiero e quello di Arturo Ferrarin, accompagnati dai motoristi Maretto e Capannini. Un volo che entrò nella leggenda.

La base militare Francesco Baracca oggi ospita i vertici della Difesa italiana

Oggi l’Aeroporto militare di Centocelle non ospita più aerei né voli. La pista in asfalto, lunga 350 metri, è inutilizzata. Ma la base è tutt’altro che abbandonata: è diventata un polo strategico per le forze armate italiane.

Qui hanno sede:

  • Il Comando operativo di vertice interforze (COVI) – attivo dal 1998
  • Il Comando interforze per le operazioni delle forze speciali (COFS) – dal 2004
  • L’Italian Joint Force Headquarters (IT-JFHQ) – dal 2007
  • Il Comando Aeronautica Militare Roma (COMAER) – dal 2014
  • Il Segretariato generale della Difesa e Direzione nazionale degli armamenti – dal 2016

Il complesso, intitolato a Francesco Baracca, è perfettamente integrato nel tessuto urbano del V Municipio di Roma, tra via Casilina e il quartiere Don Bosco. Parte del sedime aeroportuale è stata ceduta al Comune, che vi ha istituito il Parco archeologico di Centocelle, una delle aree verdi più estese della Capitale.

Bombardamenti, parate militari, decadenza e rinascita dell’aeroporto di Centocelle

Il 4 novembre 1923 l’allora Regia Aeronautica riceve proprio qui la sua bandiera di guerra: è la prima parata ufficiale dell’Arma nata da pochi mesi. La bandiera resterà a Centocelle fino al 1931, quando verrà trasferita nel nuovo Palazzo dell’Aeronautica, sotto la guida di Italo Balbo.

Durante la Seconda guerra mondiale, l’aeroporto viene ripetutamente bombardato dagli alleati. Dopo lo sbarco di Anzio, nel febbraio 1944, la base ospita due squadriglie tedesche della Luftwaffe, la 1.Staffel e 2.Staffel del Nachtschlachtgruppe 9, equipaggiate con Fiat C.R.42 per operazioni notturne contro le truppe angloamericane.

Dopo il conflitto, Centocelle va incontro a un lento declino dell’attività aviatoria. Fino agli anni ’70 alcuni reparti continuano a operare, ma l’espansione edilizia selvaggia degli anni ’50 cambia per sempre il volto del quartiere.

Dal 1999 al 2014 ospita il Comando della squadra aerea dell’Aeronautica Militare. Da allora, l’area è interamente riorganizzata e convertita alle funzioni strategiche attuali.

La stazione meteorologica di Centocelle: dati dal cielo dal 1909 a oggi

Non tutti lo sanno, ma proprio con l’apertura del campo di volo nel 1909 nasce anche la stazione meteorologica di Roma Centocelle. Situata a 52 metri sul livello del mare, serve per dare supporto ai voli e raccogliere dati climatici. Rimane attiva fino all’8 settembre 1943, poi viene riaperta nel 1945, per essere chiusa definitivamente nel 1965.

Ma non finisce lì. Con la riorganizzazione del servizio meteorologico dell’Aeronautica Militare, nel 1999 viene installata all’interno della base una nuova stazione DCP, ancora in attività. Tuttavia, per via delle interruzioni e dei periodi di chiusura, non esistono serie climatiche complete per confronti con il trentennio di riferimento internazionale (1961–1990).