Aeroporto di Fiumicino, interrogazione in Campidoglio: “A rischio 9 miliardi per colpa dell’immobilismo sul progetto della quarta pista”

Il futuro dell’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino torna al centro del dibattito politico romano. Il capogruppo della Lega in assemblea capitolina, Fabrizio Santori, ha depositato un’interrogazione a risposta scritta rivolta al sindaco Roberto Gualtieri e all’assessore competente, chiedendo chiarimenti urgenti sullo stato di avanzamento del progetto per la quarta pista e sulle strategie messe in campo da Roma Capitale per sostenere il potenziamento del principale scalo aeroportuale italiano.
Una questione tutt’altro che tecnica, che coinvolge investimenti miliardari, interessi internazionali e l’immagine stessa della Capitale. Santori non usa mezzi termini: “Sono 9 i miliardi di euro che Roma rischia di perdere per le lentezze e l’ignavia dell’amministrazione Gualtieri. Il Leonardo da Vinci attende da troppo tempo il via libera per la realizzazione della quarta pista, un’opera strategica per la competitività della città nel panorama europeo”.

Un’infrastruttura strategica per una Roma internazionale
Il progetto della quarta pista rientra nel piano di espansione elaborato da Aeroporti di Roma (ADR), che prevede la realizzazione dell’opera su un’area di circa 260 ettari, con l’obiettivo di aumentare la capacità operativa dello scalo e consolidare la posizione di Fiumicino come hub internazionale.
L’aeroporto romano, infatti, non è solo una struttura logistica, rappresenta un punto nevralgico per il turismo, gli affari, la diplomazia e la connettività nazionale. Roma Capitale, si legge nell’interrogazione, aspira ad essere una città di respiro internazionale e non può prescindere da infrastrutture moderne ed efficienti.
Il progetto, sostenuto a parole anche dal sindaco Gualtieri e dal presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, secondo Santori resta bloccato da una serie di vincoli ambientali, opposizioni locali e complessità burocratiche. Una paralisi che rischia di avere conseguenze drammatiche in termini economici e occupazionali, con il pericolo concreto di un ridimensionamento dello scalo romano rispetto ai suoi diretti concorrenti: Parigi, Francoforte, Madrid, Istanbul.
Le richieste della Lega: “Subito tavoli istituzionali e piano intermodale”
Nell’interrogazione, Santori incalza il Campidoglio su diversi fronti. “Il sindaco Gualtieri – rammenta Santori – aveva definito la costruzione della quarta pista come un ‘obiettivo da realizzare’: ci dica adesso quali iniziative concrete Roma Capitale sta portando avanti, in raccordo con il Governo e la Regione Lazio su questo progetto, se sono attivi i necessari tavoli istituzionali con Adr e gli altri enti competenti per coordinare un piano integrato dell’aeroporto con il sistema urbano e metropolitano, e che cosa ancora blocchi i lavori. Il perdurare di questa situazione porterebbe a un inevitabile ridimensionamento dello scalo romano a vantaggio di altri aeroporti d’Europa con inevitabile ricaduta anche sui livelli occupazionali”, aggiunge. Domande che puntano il dito contro l’apparente immobilismo dell’amministrazione comunale, accusata di non sfruttare appieno un’opportunità strategica per lo sviluppo di Roma.
Il tempo stringe
Il ritardo nella realizzazione della quarta pista si inserisce in un contesto in cui la competizione tra hub europei è sempre più serrata. Gli scali di Parigi Charles De Gaulle e Francoforte, solo per citare due esempi, stanno investendo massicciamente per ampliare la loro capacità e attrarre nuovi vettori. Fiumicino, se non supportato da investimenti infrastrutturali adeguati, rischia di rimanere indietro. “Non possiamo permettere che Roma perda questa occasione – conclude Santori – Il potenziamento dell’aeroporto è essenziale non solo per la sicurezza e l’efficienza del traffico aereo, ma per la crescita complessiva della Capitale”. Il progetto, intanto, rimane fermo ai blocchi di partenza, in attesa di un segnale politico forte. “Roma può ancora giocare un ruolo da protagonista in Europa, ma servono scelte coraggiose, rapide e condivise. La posta in gioco non è solo una pista in più, ma il futuro stesso della città nel contesto globale” conclude Santori.