Aeroporto di Fiumicino, un piano da 70 miliardi e 300.000 posti di lavoro 

L'aeroporto di Fiumicino

Le cartine tornano buone non solo per i navigatori: con il nuovo masterplan del principale aeroporto d’Italia, l’Aeroporto di Roma Fiumicino, si apre una possibilità gigantesca. Se tutto va come nelle previsioni, l’impatto sul Paese sarà enorme: circa 300.000 nuovi posti di lavoro e un valore aggiunto stimato di 70 miliardi di euro. Ma c’è un prezzo da pagare per ogni giorno di ritardo: il costo stimato al sistema-Paese sfiora i 2 miliardi all’anno.

100 milioni di passeggeri all’aeroporto di Fiumicino

La fotografia arriva da uno studio del centro di ricerca “Franco Fontana” della LUISS Guido Carli. Il documento, illustrato dal prorettore e da autorevoli economisti, valuta gli effetti del piano di sviluppo infrastrutturale messo in campo da Aeroporti di Roma (ADR), società che gestisce Fiumicino e Ciampino. L’investimento complessivo è di 9 miliardi di euro, completamente autofinanziati. L’obiettivo è adeguare la capacità dello scalo alla domanda che nel 2046 potrebbe raggiungere i 100 milioni di passeggeri. Lo studio si concentra su tre fasi: la fase di costruzione, quella operativa post-ristrutturazione e infine la fase “catalitica”, cioè l’impatto di lungo termine sull’economia legato all’aumento dei flussi di viaggiatori, turismo e trasporti correlati.

Secondo le stime, il piano produrrebbe, complessivamente: 70 miliardi di euro di valore aggiunto attualizzato, senza contare i benefici indiretti. Il turismo, il commercio internazionale e i servizi connessi potrebbero generare tra 10,9 e 19,6 miliardi di euro in più, con un incremento del PIL nazionale stimato fra lo 0,54% e lo 0,98%. Per quanto riguarda l’occupazione, l’impatto stimato arriva a 300.000 nuovi posti di lavoro, di cui circa 10.000 entro il 2030 solo nella fase di costruzione.

Sul piano locale, la portata è altrettanto rilevante. Solo nella Regione Lazio, si prevedono 18 miliardi di euro aggiuntivie oltre 67.000 nuovi posti di lavoro. Nella provincia di Roma l’impatto stimato è di 14 miliardi e 53.200 posti, mentre per il Comune di Fiumicino la stima parla di 5 miliardi e circa 13.450 posti creati.

Il prezzo del ritardo

Ma il conto da pagare per ogni incertezza o slittamento del piano è pesante: ogni anno perso significherebbe per l’Italia un mancato introito stimato di 2 miliardi di euro. Sono soldi che vengono sottratti a capacità produttiva, turismo, crescita del commercio internazionale. Il solo indotto legato all’aumento degli scambi esteri potrebbe portare un beneficio aggiuntivo tra lo 0,54% e lo 0,98% del PIL, pari a 10,9-19,6 miliardi.

Il masterplan non guarda solo ai numeri: punta anche a un impatto positivo sull’ambiente e sul patrimonio territoriale. Le nuove rotte, spostando il baricentro delle operazioni verso est, permetterebbero di ridurre l’inquinamento acustico fino all’80%, allontanando gli atterraggi e i decolli dai centri abitati. Al contempo, è prevista la nascita di un parco archeologico e ambientale di 85 ettari, che restituirebbe ai cittadini un’area di grande valore storico e naturalistico.

Il Piano di sviluppo dell’aeroporto di Fiumicino, come evidenzia lo studio LUISS, non è solo un’opera infrastrutturale. Significa connettività internazionale, opportunità di lavoro, rilancio dell’economia e rigenerazione territoriale. Resta da capire se il Paese sarà capace di muoversi con la velocità necessaria. Perché, come ricorda lo studio, ogni anno non è solo un ritardo. È un conto da due miliardi che qualcuno dovrà comunque pagare.

Evento Luiss_Presentazione studio Masterplan Roma Fiumicino
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