Affidamento chioschi a Capocotta: dubbi su sicurezza e legalità

Dubbi sugli affidamenti dei chioschi a Capocotta. L’associazione LabUr – Laboratorio di Urbanistica – ha presentato un esposto alla Polizia di Stato, evidenziando preoccupazioni riguardo ai recenti bandi di affidamento dei chioschi sulla spiaggia di Capocotta. Secondo LabUr, il Comune di Roma avrebbe la sola competenza di garantire i servizi essenziali per il pubblico sulla spiaggia libera di Capocotta. Ma gli attuali bandi escluderebbero tali servizi, trasformando di fatto i chioschi in stabilimenti balneari per 12 anni, con la possibilità di noleggiare ombrelloni e lettini e organizzare eventi e serate danzanti senza adeguata supervisione. Questo scenario potrebbe favorire potenziali infiltrazioni criminali, come già avvenuto nelle spiagge libere di Ostia.
La denuncia di LabUr
LabUr sottolinea che, mentre per avviare un’attività è generalmente necessaria una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) al competente SUAP, a Capocotta tale procedura non sarebbe richiesta. L’associazione ha quindi chiesto alla Polizia di Stato di approfondire il contenuto delle convenzioni presenti nei bandi di affidamento dei chioschi, evidenziando un’inadeguatezza rispetto alle tematiche di pubblica sicurezza e al potenziale pericolo di infiltrazioni criminali nell’area.

Richiesta di intervento
LabUr sollecita un coordinamento tra la Polizia di Stato e il Comune di Roma per prevenire questi rischi, proponendo la redazione di una nuova convenzione tra privati e Pubblica Amministrazione, diversa da quella attuale, e suggerendo l’annullamento dei bandi in essere. L’associazione ha inoltre informato il Presidente della Commissione della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, dr. Romeo De Angelis, sottolineando le carenze nel definire il ruolo degli affidatari dei chioschi, che di fatto opererebbero come stabilimenti balneari senza possederne tutti i requisiti e obblighi di legge.
Preoccupazioni per la sicurezza
Tra le criticità evidenziate, vi è il noleggio illimitato di lettini e ombrelloni, il loro libero posizionamento su 500 metri di fronte mare per ogni chiosco – un’area 5-6 volte superiore a quella consentita agli stabilimenti – e la possibilità di subappaltare l’attività con il semplice permesso di un funzionario comunale, che può anche autorizzare eventi e serate danzanti su aree non delimitate con precisione. Queste circostanze renderebbero impossibile garantire le condizioni di pubblica sicurezza presenti sulle altre spiagge del litorale romano.
Incongruenze amministrative
LabUr evidenzia inoltre che il Comune di Roma non avrebbe competenza sul demanio marittimo in località Capocotta, e che i chioschi non risulterebbero inventariati tra i beni comunali. Nonostante ciò, il Comune ha pubblicato bandi per l’affidamento dei chioschi, definendo l’area come “spiaggia libera attrezzata” e consentendo attività che, secondo LabUr, dovrebbero essere disciplinate esclusivamente dalla Regione Lazio.
La richiesta di LabUr: annullare i bandi e garantire trasparenza
Alla luce di queste criticità, LabUr chiede alla Polizia di Stato di coordinarsi con il Comune per prevenire potenziali pericoli, redigendo una nuova convenzione tra privati e Pubblica Amministrazione che sostituisca quella attuale. L’associazione sottolinea l’urgenza di annullare i bandi in corso e di coinvolgere la Commissione della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, competente sull’area di Capocotta, per definire chiaramente il ruolo degli affidatari dei chioschi e garantire una gestione trasparente e conforme alle normative vigenti.
La situazione a Capocotta rappresenta un campanello d’allarme sulla necessità di una gestione più attenta e regolamentata delle risorse naturali, per evitare che interessi privati possano compromettere la sicurezza pubblica e l’integrità di aree protette di inestimabile valore ambientale.