Affile, i partigiani ci sbattono il muso. Il monumento a Graziani non si tocca

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I partigiani dell’Anpi ci hanno sbattuto il muso. Avevano torto, come spesso accade. La corte di Cassazione ha annullato con rinvio le sentenze di condanna nei confronti del sindaco di Affile, Ercole Viri, e degli assessori Giampiero Frosoni e Lorenzo Peperoni, per apologia del fascismo in relazione alla costruzione del mausoleo celebrativo del maresciallo fascista Rodolfo Graziani. Il primo cittadino e i due membri della giunta erano stati condannati dalla Corte di Appello di Roma rispettivamente a otto mesi e a sei mesi di reclusione il 14 marzo del 2019. Una sentenza chiaramente politica.

I partigiani avevano strumentalizzato il mausoleo

“Con questa sentenza si chiude un caso politico, che subivamo da 8 anni. Per fortuna esiste la Cassazione, non lascia passare queste cose come può accadere nei tribunali di primo e secondo grado. In Cassazione nessuno è stato mai condannato per apologia del fascismo”. Così il sindaco di Affile, Ercole Viri, rieletto nonostante le accuse di apologia di fascismo, commenta con l’Adnkronos l’annullamento da parte della Cassazione della sentenza di condanna in secondo grado nei suoi confronti e di due assessori per apologia del fascismo in relazione alla costruzione del mausoleo celebrativo del generale fascista Rodolfo Graziani.

Graziani fu comandante in capo dell’esercito della Rsi

“Siamo stati molto contenti, sapevamo di non aver mai commesso nessuna apologia del fascismo, avevamo solo intitolato un museo al nostro più grande soldato affilano – aggiunge il primo cittadino – . A noi del fascismo non interessa nulla. Graziani era già un colonnello affermato nel 1918 e non ha fatto carriera grazie al fascismo anzi il contrario. Noi abbiamo fatto un’inaugurazione e non ci sono stati altri fatti. Una cerimonia di intitolazione di un museo al soldato affilano più rappresentativo”. “La sentenza nei nostri confronti è stata annullata con rinvio, ma la sentenza di Corte di Appello è prescritta – precisa il sindaco -.  Quindi adesso dovremo decidere se rinunciare alla prescrizione, valuteremo in base alle motivazioni. Adesso è prematuro”.

Graziani accettò da Mussolini la carica di ministro della Guerra della Rsi, pur sapendo benissimo che la guerra era persa. Ma un soldato come lui non poteva fare altrimenti. Fu ocndannato per questo dopo la guerra a 19 anni di reclusione. Nel 1953 divenne poresidente onorario del Msi. Morì nel 1955 e il suo funerale, a Roma,  fu seguito da decine di migliaia di persone.