Agguato sull’Ostiense, c’era un passeggero sulla Smart del buttafuori colpita dagli spari: “Ero lì”

sparatoria via Ostiene

Non era da solo Mohamed Elwakil, il buttafuori 27enne raggiunto da 4 colpi di arma da fuoco domenica mattina, l’11 maggio, in via Ostiense, all’altezza di Vitinia, nel Decimo Municipio di Roma. C’era un altro uomo, un passeggero rimasto illeso, che dopo la sparatoria si era dileguato. Scovato e ascoltato dai carabinieri, l’uomo – un testimone oculare potenzialmente decisivo – ha dichiarato di non aver visto nulla e di essersela data a gambe levate non appena sentiti gli spari. Una risposta che ha lasciato gli investigatori con più domande che risposte e riapre il caso sotto una luce ancora più oscura.

I dubbi sulla testimonianza

Dopo aver scoperto la sua presenza in auto al fianco del buttafuori egiziano finito in prognosi riservata al Sant’Eugenio, i pm di Piazzale Clodio hanno convinto il ragazzo a fornire la propria versione. Però alle loro domande ha risposto in modo lapidario: “Non ho visto né volto né arma, ero spaventato”. Una reticenza che complica l’indagine e alimenta il sospetto di un coinvolgimento più profondo di ciò che sembra.

Le indagini

Se il testimone continua a restare nell’ombra, gli inquirenti guardano altrove: al passato di Elwakil, alle sue frequentazioni con il defunto Adrian Pascu e ai locali notturni che fungevano da quartier generale per gruppi albanesi attivi nel traffico di droga. È qui che si cerca un movente solido, mentre le telecamere di sorveglianza lungo via Ostiense vengono setacciate per catturare ogni fotogramma dell’inseguimento notturno. Solo così si potrà capire se l’agguato fosse una faida privata o il tassello di un disegno criminale più ampio.