Al Federico Caffè studenti (e professori) non tornano in classe: “Non ci sentiamo sicuri”

Istituto Federico Caffè

“Noi studenti dell’Istituto Federico Caffè di Roma, unendoci alle voci dei docenti del nostro istituto, esprimiamo viva perplessità e forte dissenso riguardo la modalità di riapertura della scuola, decisa dal governo”. Con una dichiarazione firmata dai rappresenanti d’istituto, gli alunni hanno annunciato la loro forma di protesta.

Tutti a casa, proseguendo l’ormai nota didattica a distanza. In attesa di avere le doverose garanzie igienico sanitarie. Che al momento non esistono. “Alla luce dell’attuale situazione pandemica, infatti, riteniamo opportuno continuare le lezioni in modalità Dad”.

Dopo l’assemblea d’istituto di lunedì 11 gennaio, la maggioranza assoluta degli studenti ha votato la scelta di non proseguire le lezioni in classe. “Finché la curva epidemiologica non scenderà, proseguiremo l’attività didattica esclusivamente a distanza”. Gli studenti dell’Istituto Federico Caffè hanno ribadito che “tale forma di protesta pacifica intende sensibilizzare le istituzioni preposte, al fine di addivenire a una efficace e auspicabile risoluzione di quanto in essere, a tutela della salute degli studenti, dei docenti e di tutto il personale. Speriamo – conclude la nota – in una collaborazione sinergica tra corpo docenti e studenti”.

La nota dei docenti dell’Istituto Federico Caffè

Appena una settimana prima, una analoga nota era stata redatta dai docenti dell’I.I.S. “Federico Caffè”. Nel documento, gli insegnanti univano le loro voci a quelle dei docenti dei Licei Tasso, Dante, Gullace, Visconti e di altri istituti superiori romani.

Un concetto ribadito con decisione. Il prolungamento della didattica a distanza è inevitiabile. “Almeno fino a quando non ci saranno le effettive condizioni per una ripartenza in piena sicurezza”. In ultimo, si legge nella nota dei docenti romani, “non possiamo non rilevare che il dibattito pubblico sulla ripartenza in presenza sia spesso viziato da un luogo comune secondo il quale in questi primi mesi di pandemia i docenti avrebbero rinunciato ad assolvere al proprio compito formativo. La Scuola non ha mai smesso di funzionare, pur cambiando ambiente e modalità di lavoro”.