Al Mattatoio di Roma per immaginare il presente e soprattutto il futuro

Il Mattatoio di Roma di nuovo sotto i riflettori. “Da mesi ci interroghiamo su quali strade si possano aprire per quelle forme d’arte sotto scacco per la pandemia e come reimmaginare il presente e dunque soprattutto il futuro. Abbiamo creduto che l’unica strada da percorrere fosse quella dell’apertura”. Lo dice all’Adnkronos Ilaria Mancia, curatrice del progetto di residenze artistiche e produttive portato avanti dal Mattatoio-Palaexpo, tassello fondamentale del Polo del Contemporaneo.
Il Mattatoio aperto agli aristi vessati dalla crisi
“Ma aprire cosa se non gli spazi del nostro museo, offrendoli ad artisti che sono vessati da questa inimmaginabile crisi – sottolinea la curatrice e responsabile dei progetti di formazione e della programmazione del Mattatoio -. Artisi umiliati nello scopo stesso del loro lavoro che consiste nell’incontro, l’incontro con il pubblico innanzitutto? Abbiamo deciso di offrire quelle che vengono chiamate residenze, periodi in cui artisti anche molto diversi fra loro possano usare le nostre sale multifunzionali per incontrarsi, conoscersi, sfidarsi e creare.

Fondamentale tenere aperti quegli spazi
Siamo pronti a produrre le loro opere quando sarà possibile presentarle al pubblico. Per ora, è fondamentale tenere aperti questi spazi e farli vivere nell’attesa del nuovo tempo che verrà”. Il progetto, ambiziosissimo, sta mettendo assieme personalità della più varia origine culturale. Arte visiva, danza, letteratura, fotografia, musica. Sono solo alcune delle forme che il Mattatoio sta componendo attraverso incontri innovativi.
Artisti di ogni settore in campo
Il fotografo Jacopo Benassi assieme alla dj Lady Maru e il sound designer Riccardo Fazi assieme allo scrittore Matteo Nucci rappresentano solo gli ultimi due esempi di un lungo iter. Ier che ha messo già insieme il coreografo Alessandro Sciarroni, la video artista Rä di Martino, l’artista coreografo Michele Rizzo. E che vedrà nei prossimi mesi alternarsi, fra gli altri, l’artista Roberto Fassone, la performer Silvia Calderoni, la formazione di cineasti Zapruder filmmakersgroup.
“Prender-Si Cura” è il titolo del programma di residenze, particolarmente adatto in un tempo in cui la cura non può essere soltanto quella sanitaria. E proprio mentre si aspetta che qualcosa di nuovo smuova le acque all’orizzonte. “Siamo destinati ad assistere a profonde mutazioni sociali e culturali di cui ancora è difficile immaginare la portata” spiega Ilaria Mancia. “Sono convinta che un nuovo tipo di collaborazione sarà necessario. Sia a livello creativo che curatoriale. Artisti, curatori, produttori, istituzioni dovranno trovare altri modi di collaborare.
La solidarietà e lo scambio devono prendere il posto di primo piano nella ricostruzione. È la storia di sempre. Deve essere anche la nostra storia. Noi, per ora, siamo qui. Pronti a fare da tramite e a offrire tutto ciò che possiamo offrire perché la cura del presente lasci immaginare la cura del futuro”. Al momento, al Mattatoio, nel padiglione 9b, è aperta la mostra “Le Storie della Vera Croce” di Luigi Presicce ad ingresso gratuito.
(Foto: TurismoRoma)