Al parco del Colosseo di Roma arrivano Vinicio Capossela e Malika Ayane

Al parco del Colosseo di Roma arrivano Vinicio Capossela e Malika Ayane. Quattro serate sotto le stelle, quattro protagonisti di spessore internazionale e una cornice monumentale che racconta secoli di storia. Dal 19 al 22 giugno, il Parco Archeologico del Colosseo ospita la quarta edizione di “Venere in Musica”, rassegna estiva che intreccia la grande musica dal vivo con il fascino senza tempo del patrimonio archeologico.
Capossela e Malika Ayene al parco del Colosseo di Roma
Sotto le volte del Tempio di Venere, il più imponente edificio sacro dell’antica Roma, voluto dall’imperatore Adriano nel 121 d.C., andranno in scena Vinicio Capossela, Malika Ayane, Salif Keïta e Bombino. Tutti a ingresso gratuito, ma con prenotazione obbligatoria. Un cartellone che unisce culture, ritmi e tradizioni, offrendo un raro incontro tra l’Italia e l’Africa.

Capossela apre il festival il 19 giugno
Ad aprire la manifestazione sarà Vinicio Capossela, giovedì 19 giugno, con il suo nuovo spettacolo “Sirene”, pensato come un viaggio tra mito, emergenze e frontiere. A Roma, sarà il mito a dominare la scena, evocato attraverso brani che spaziano tra le suggestioni della classicità e l’urgenza contemporanea.
Lo show, che cambia scaletta a ogni tappa, sarà un’immersione in simboli e inquietudini del presente, filtrati dalla figura enigmatica e potente delle sirene: creature mitologiche ma anche metafore di allarme e seduzione, in tempi segnati da conflitti, ingiustizie e inquietudine.
Il 20 giugno è il turno di Malika Ayane
Venerdì 20 giugno, il palco sarà per Malika Ayane, protagonista di un set che ripercorre i suoi quindici anni di carriera. Dal primo successo Feeling Better del 2009, passando per brani iconici come Ricomincio da qui, Come foglie, fino a Senza fare sul serio, la cantautrice milanese proporrà una scaletta che mescola pop d’autore e raffinate sonorità jazz.
Il concerto offrirà anche spazio ad alcune celebri reinterpretazioni della musica italiana, in un percorso che unisce eleganza vocale e ricerca musicale. Un’occasione per il pubblico romano di ascoltare dal vivo una delle voci più riconoscibili e sofisticate della scena nazionale.
Africa protagonista con Keïta e Bombino
Sabato 21 giugno, riflettori su Salif Keïta, autentica leggenda della world music. Classe 1949, discendente dell’imperatore Sundiata Keïta, ha saputo trasformare la sua storia personale – segnata dall’esilio e dal rifiuto familiare – in un percorso artistico di respiro globale.
Il suo ultimo album So Kono è un manifesto di contaminazione musicale, dove rock, soul, afrocubano e tradizione maliana si fondono in un linguaggio universale. Un concerto che promette emozioni e profondità, in un ponte ideale tra le radici africane e le platee europee.
Domenica 22 giugno si chiude con Bombino, chitarrista e cantante nigerino, figura simbolo del desert blues. Attivo dal 2007, è noto per il suo stile che unisce la potenza rock di Hendrix e Knopfler alle lotte del popolo tuareg contro colonialismo e fanatismo. Le sue canzoni raccontano l’identità africana con suoni ruvidi e penetranti, capaci di stregare pubblici lontanissimi tra loro.
Musica e patrimonio: un’esperienza totale
“Venere in Musica” si conferma un appuntamento imperdibile dell’estate romana, capace di fondere la forza evocativa dei luoghi con la potenza espressiva della musica. Non solo concerti: l’iniziativa punta anche alla valorizzazione del Parco Archeologico, permettendo di vivere gli spazi in orari serali e con un’atmosfera diversa dal solito.
L’ingresso è gratuito, ma la prenotazione è obbligatoria su parcocolosseo.eventbrite.com, con biglietti disponibili in due tornate: la prima sei giorni prima dell’evento, la seconda il giorno precedente, sempre alle 12:30. I posti sono limitati e l’affluenza si preannuncia alta, vista la caratura degli ospiti e la suggestione del contesto.
Appuntamento al Tempio di Venere
I concerti si terranno ogni sera alle 21:00, presso il Tempio di Venere, in Piazza del Colosseo. Una location che da sola vale la visita, ma che per quattro giorni diventerà anche teatro di un dialogo culturale profondo tra Mediterraneo e Africa, tra storia e futuro, tra spiritualità e passione.
Un’iniziativa che non è solo musica, ma anche politica culturale. E che, pur nel segno della leggerezza estiva, lancia un messaggio forte: l’arte può ancora unire mondi, storie e identità. E può farlo in luoghi che ci ricordano da dove veniamo e quanto sia urgente decidere dove vogliamo andare.