Al Roma Pride gridano “Bastardi” contro i cattolici di Pro Vita. La replica: “Esce la vostra vera natura intollerante”

“Sono senza voce perché ho urlato davanti la sede di quei bastardi dei Pro vita. Siamo un milione di persone e anche senza questo c…o di patrocinio della Regione Lazio siamo tutti qua”. Lo ha detto dal camion di testa del corteo del Roma Pride il portavoce della manifestazione, Mario Colamarino. “In questi giorni ci hanno insultato, hanno tentato di hackerare il sito del Roma Prids ma non sono riusciti a fermarci- ha aggiunto- Tutto questo ci ha rafforzato, unito e ha mostrato il vero volto della destra anche qui nel Lazio: omofoba, xenofoba e stronza”. Il governatore del Lazio, Francesco Rocca, aveva chiesto delle scuse al movimento del Pride perché nel “manifesto” dell’evento è presente il sostegno alla gestazione per altri ritenuta fuori legge: “Le scuse sapete dove potete infilarle…- ha proseguito Colamarino- La destra in questa Regione è in mano ai pro vita. Loro ordinano e la politica esegue. È Rocca semmai che ci deve chiedere scusa”.
La replica di Jacopo Coghe di Pro Vita
“Questo dimostra la vera natura intollerante e discriminatoria del Pride e di tutta la comunità Lgbtqia+: chi non la pensa come loro non è degno di rispetto. Oltre alla problematica dell’utero in affitto, questi gesti e tanti atti blasfemi registrati durante il corteo confermano che era necessario il ritiro del patrocinio da parte della Regione Lazio”. Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus.

La fanfaronata del Roma Pride: “Siamo un milione”. Erano meno di 40mila
“Siamo un milione, ma vista tanta gente al Pride”: l’hanno sparata grossa gli organizzatori. Per la Questura non erano neanche quarantamila. dal carro che apriva il Roma Pride sulle note di di Paola e Chiara, madrine della parata 2023. Assieme alle due cantanti, icone gay friendly, anche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Tanti gli slogan ritmati nel lungo e colorato corteo contrappuntato da arcobaleni e il fuxia, colore queer. “Viva l’amore”, “Viva il Pride. Ora è sempre resistenza”, qualche motto irriverente contro il presidente della Regione Lazio Rocca (- Rocca + Rocco) e contro il ministro Roccella, tante bandiere arcobaleno oltre a paillettes, lustrini e piume. Qualche momento di tensione all’inizio del corteo tra alcuni attivisti e il Movimento 5 Stelle, quando all’arrivo del sindaco di Roma Gualtieri, alcuni hanno alzato le bandiere pentastellate volgendole verso le telecamere. Così è partito l’urlo contro i grillini: “abbassatele. Al Pride non si portano le bandiere di partito”.