Albano al capolinea: 13 consiglieri sfiduciano il sindaco Borelli, città verso il commissariamento

Era nell’aria ormai da tempo, ma ieri sera c’è stato l’atto finale. Ad 13 consiglieri, tra maggioranza e opposizione, hanno tolto la fiducia al sindaco di Albano Laziale Massimiliano Borelli, determinando la caduta dell’amministrazione. Con l’uscita dell’ultimo consigliere del centrosinistra, è caduto anche il sipario sulla giunta: il Comune sarà commissariato fino alla prossima tornata elettorale.
Una crisi che non scoppia all’improvviso, ma che si è costruita giorno dopo giorno, tra dissidi di partito, rivendicazioni interne e un’amministrazione in affanno, che sembrava poter reggere solo su annunci e ambizioni politiche. A firmare la mozione sono stati otto consiglieri di minoranza e cinque della maggioranza. Tra questi ultimi figurano le consigliere Faccia, Lucci e Cavalieri e i consiglieri Gambucci e Santilli.

Crisi nell’aria da tempo
La sfiducia non è stata un fulmine a ciel sereno. Gli scricchiolii si percepivano da mesi. Sedute consiliari con toni accesi, ritiri di deleghe e contestazioni su scelte amministrative hanno eroso la tenuta della coalizione. In vari consigli comunali gli scontri avevano confermato la distanza tra le promesse elettorali e la gestione quotidiana della città. Il capogruppo di Fratelli d’Italia aveva già parlato apertamente di “caos politico”, chiedendo al sindaco chiarezza su atti, numeri e responsabilità. Episodi politici e tensioni interne avevano reso sempre più complicato governare Albano, creando un terreno fertile per chi cercava di “far fuori”, politicamente parlando, Borelli.
La lettera del sindaco
Con una lettera pubblica carica di amarezza, il sindaco Borelli prende atto del tradimento politico: “Un altro componente della maggioranza – scrive – ha scelto di tradire il mandato dei cittadini. Un gesto gravissimo, che nulla ha a che fare con il confronto democratico o con la libertà di opinione”.
Borelli rivendica la coerenza, respinge ogni accusa di compromesso e mette sotto accusa chi ha preferito il “calcolo alla lealtà, la convenienza al dovere”. Infine, promette che continuerà a servire Albano con la stessa passione e senso di responsabilità con cui ha guidato la città in questi anni. E conclude: “Albano Laziale meritava stabilità, non tradimenti”.
Commissariamento: cosa cambia ad Albano
Con la sfiducia, Albano entrerà in una fase di transizione. Il governo ordinario passerà a un commissario prefettizio, incaricato di gestire gli affari urgenti e di preparare la strada alle nuove elezioni. Politica attiva, iniziative strategiche e programmi a medio termine resteranno congelati. Resteranno aperti i contenziosi legati al bilancio, ai progetti in corso, alle questioni urbanistiche. Gli uffici lavoreranno a pieno ritmo, perché il Commissario Straordinario avrà i poteri di sindaco e del consiglio comunale. Dana parte, quindi, si potranno snellire le procedure. Ma dall’altra si potranno vedere congelati interventi attesi o ricevere risposte più lente proprio perché manca l’intera struttura.