Alberi pericolanti sempre più… pericolosi: 54mila le emergenze nell’ultimo anno

alberi pericolosi (2)

I cambiamenti climatici con il moltiplicarsi di eventi estremi si abbattono su una situazione diffusa di degrado urbano e quindi sugli alberi. Dovuto principalmente alla mancanza di manutenzione del verde pubblico che ha richiesto l’intervento dei vigili del fuoco per ben 54mila emergenze nell’ultimo anno per la presenza di alberi pericolanti nelle città italiane. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti divulgata in occasione della allerta della protezione civile in 7 regioni per il maltempo con un albero caduto per un fulmine a Roma che ha ferito due donne e danni incalcolabili alle coltivazioni per le forti grandinate.

Anche Roma tra i comuni più colpiti

Considerando il numero di interventi ogni 10 chilometri quadrati, le province italiane più colpite dagli alberi pericolanti (dai 10 ai 15 casi) sono Varese, Monza Brianza e Milano, Gorizia e Trieste, Napoli, Roma, La Spezia e Prato. Lo dice l’analisi della Coldiretti sul rapporto 2021 dei vigili del fuoco. Dal quale si evidenzia che un aumento di quasi il 5% di alberi a rischio rispetto alla media dei due anni precedenti, anche per la riduzione della manutenzione del verde pubblico. Le piante – evidenzia Coldiretti – cadono per la scelta di essenze sbagliate per il clima, il terreno o la posizione, ma anche per gli errori sulle dimensioni e sul rispetto delle distanze per un corretto sviluppo delle radici. Sul quale pesa soprattutto la mancanza di manutenzione adeguata con potature eseguite senza la necessaria professionalità.

Rivalutare il ruolo degli agricoltori

Una situazione sulla quale occorre intervenire secondo la Coldiretti anche attraverso la rivalutazione del ruolo degli agricoltori così come previsto dalla legge di orientamento. La pioggia e la neve erano attese nelle campagne per combattere la siccità e consentire le semine primaverili ma l’ondata di maltempo – sottolinea la Coldiretti –. Ma si è manifestata anche con tempeste di grandine che si sono abbattute a macchia di leopardo provocando danni incalcolabili negli orti. Sono state distrutte le primizie nelle piante da frutto e sono caduti i fiori compromettendo i prossimi raccolti. In Piemonte le grandinate con chicchi grandi come noci hanno colpito nella regione frutteti in fiore come i ciliegi e i mandorli, i campi seminati a cereali, fino ai prati destinati alla produzione di foraggio ricoperti da alcuni centimetri di ghiaccio misto a neve.

Danni enormi nelle campagne

In Lombardia – riferisce la Coldiretti – la grandine ha colpito, tra l’altro, la provincia di Mantova. Danneggiando la fioritura della pregiata pera mantovana Igp mentre a Cremona si segnalano danni alle barbabietole da zucchero e alle piante da frutto. Siamo di fronte in Italia – continua la Coldiretti – alle conseguenze dei cambiamenti climatici con il moltiplicarsi di eventi estremi. E una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi. Con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense. Il rapido passaggio dal sole al maltempo che ha fatto perdere – conclude la Coldiretti – oltre 14 miliardi di euro in un decennio. Tra cali della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.