Alemanno condannato per traffico di influenze e finanziamento illecito. L’ex sindaco: “Amarezza, non è giusto”

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Condannato a un anno e dieci mesi l’ex sindaco di Roma Gianni Alemmano per traffico d’influenze e finanziamento illecito nell’ambito del procedimento stralcio su “Mafia capitale”. A deciderlo i giudici della quarta sezione penale della Corte d’Appello di Roma nel processo bis disposto dalla Cassazione per rideterminare la pena. Il procuratore generale aveva chiesto nell’udienza di questa mattina di condannare Alemanno, presente in aula, a due anni e mezzo. Lo scorso 8 luglio i giudici della sesta sezione penale della Corte di Cassazione avevano assolto l’ex sindaco, difeso dagli avvocati Cesare Placanica e Filippo Dinacci, dall’accusa di corruzione.

Annullate le precedenti condanne ad Alemanno

Alemanno era stato condannato in primo grado e in appello a 6 anni ma poi la Suprema Corte aveva annullato senza rinvio le accuse di corruzione, decidendo di far svolgere un nuovo processo di appello per rideterminare la pena, riqualificando il reato in traffico di influenze, per la vicenda dello sblocco dei pagamenti di Eur Spa. La Corte di Cassazione con la sentenza aveva confermato la responsabilità dell’ex sindaco Alemanno in relazione al reato di finanziamento illecito. “Il ridimensionamento del fatto a seguito della sentenza della Cassazione è evidente, rimane l’amarezza per una condanna che a mio avviso non è giustificata perché io continuo a proclamarmi innocente”. Così l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno.

Alemanno: attendo le motivazioni prima di fare ricorso

“Ritengo – aggiunge – che il fatto di sollecitare i pagamenti di crediti dovuti da tempo dalla pubblica amministrazione non può essere una cosa che mi viene contestata”. Attendo di leggere le motivazioni prima di fare ricorso in Cassazione”. “Questa lunga storia del processo per Mondo di Mezzo sembra non finire mai. Dopo le accuse di mafia cadute nel ridicolo, dopo le condanne per corruzione annullate dalla Cassazione, arriva una nuova condanna per traffico d’influenze e finanziamento illecito ai partiti”. “Che cosa mi viene contestato? Aver sollecitato il pagamento da parte della società pubblica Eur Spa di debiti accertati, arretrati da tempo e ormai esecutivi. E di aver accettato un finanziamento elettorale senza verificare che questo fosse stato deliberato dal Consiglio di Amministrazione della cooperativa che lo aveva erogato.

“Comunque potrò ricandidarmi”

Per questo la Corte d’Appello mi ha condannato a 1 anno e 10 mesi. Una pena che non incide sui mie diritti politici e che, nonostante la Legge Severino, mi permetterà di ricandidarmi – aggiunge l’ex sindaco di Roma -. Ma rimane l’amarezza, semplicemente perché io sono innocente”. “Sono innocente non solo perché i fatti che mi vengono contestati molto difficilmente possono essere inquadrati come degli illeciti. Ma soprattutto perché nel lungo iter processuale non si è voluto prendere atto, nonostante tante testimonianze e molteplici prove, che io ho agito sempre in buona fede e spesso per puro spirito di servizio – sottolinea Alemanno -.

Alemanno: grazie a chi in questi anni mi è stato vicino

La realtà è che sentenze come queste trovano una spiegazione solo nei pregiudizi dell’antipolitica. Pregiudizi costruiti nella coscienza collettiva per ridurre i margini di autonomia di chi democraticamente eletto senza essere espressione di poteri forti”. “Leggerò con i miei avvocati le motivazioni della sentenza per decidere se ricorrere nuovamente in Cassazione. Ma non smetterò mai, neppure per un momento, di andare per Roma e per l’Italia a testa alta e di continuare a combattere per le mie idee con animo fiero e sereno -. Un grazie di cuore a Silvia, alla mia famiglia, a tutti i fratelli e gli amici che mi sono stati vicini in questi lunghi anni”.