Alemanno torna in carcere, l’ex sindaco di Roma perde i domiciliari: dovrà scontare un anno e 10 mesi

Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma, dovrà tornare in carcere per scontare una pena di un anno e dieci mesi. Il Tribunale di Sorveglianza ha revocato in via definitiva l’affidamento in prova ai servizi sociali, a seguito delle ripetute violazioni delle prescrizioni imposte dalla misura alternativa. Una decisione che segna un punto di svolta nel percorso giudiziario dell’ex primo cittadino.
L’ex sindaco di Roma Alemanno perde i domiciliari
L’affidamento in prova era stato concesso ad Alemanno dopo la condanna per traffico di influenze illecite. La misura prevedeva che svolgesse attività presso la comunità So.Spe di Suor Paola, un incarico che avrebbe dovuto dimostrare la sua volontà di reinserirsi nella società. Tuttavia, le ripetute trasgressioni hanno portato alla decisione di revocare questa opportunità.

Secondo quanto emerso, Alemanno ha violato le regole dell’affidamento, frequentando persone con precedenti penali e partecipando a incontri politici non autorizzati. Per giustificare i suoi comportamenti, avrebbe inoltre prodotto documentazione falsa. Le irregolarità sono state accertate nel corso di un’indagine per riciclaggio, che ha ulteriormente aggravato la sua posizione.
Le motivazioni del tribunale: carcere per un anno e dieci mesi
Nella sua ordinanza, il Tribunale di Sorveglianza ha sottolineato l’incapacità dell’ex sindaco di adeguarsi alle regole imposte. I giudici hanno evidenziato come l’attività prospettata come risocializzante si sia rivelata falsa e strumentale. Durante il periodo di affidamento, Alemanno avrebbe dedotto impegni lavorativi inesistenti, supportati da documenti falsi, per ottenere autorizzazioni a spostarsi sul territorio nazionale. In totale, sono stati documentati 26 spostamenti non autorizzati, confermati dalle localizzazioni del telefono cellulare.
Il tribunale ha descritto la condotta di Alemanno come irresponsabile, con una sistematica violazione delle regole. Nonostante le ammissioni di colpa durante le udienze, i giudici hanno ritenuto che l’ex sindaco non abbia mostrato un reale interesse a intraprendere un percorso di rieducazione e risocializzazione. Al contrario, hanno rilevato una reiterata inettitudine a rispettare le norme e a dimostrare un cambiamento positivo.
Le conseguenze della decisione per Alemanno
La revoca dell’affidamento in prova implica che Alemanno dovrà scontare la restante pena in carcere. I suoi legali hanno annunciato il ricorso in Cassazione, contestando il mancato riconoscimento dei quattro mesi già scontati presso la comunità. Tuttavia, la decisione del Tribunale di Sorveglianza appare difficilmente modificabile, dato il quadro di violazioni sistematiche emerso dalle indagini.
Questa vicenda rappresenta un caso emblematico di fallimento nell’utilizzo delle misure alternative alla detenzione. Il beneficio concesso ad Alemanno, secondo il tribunale, non ha raggiunto l’obiettivo rieducativo, trasformandosi in un sostanziale fallimento. L’ex sindaco, che aveva ricevuto una seconda opportunità per dimostrare il suo impegno verso una vita rispettosa delle regole, ha invece manifestato un comportamento che ha minato la fiducia delle autorità.
Alemanno e il suo passato: una parabola politica conclusa?
La vicenda giudiziaria di Alemanno si intreccia con il suo passato politico, segnando un epilogo amaro per una figura che ha ricoperto il ruolo di primo cittadino della Capitale. Il ritorno in carcere rappresenta non solo una sconfitta personale, ma anche un monito sulle conseguenze delle azioni che violano le regole e i principi della giustizia.