Alessandro Cochi (FDI), bene Giro sugli impianti sportivi ma non dimentichiamo lo sport di base

“Fa piacere che l’ex sottosegretario Giro si soffermi sullo stato di salute dello sport a Roma. Mentre  gli impianti sportivi a tutti i livelli dallo scorso marzo salvo un breve periodo sono stati chiusi per decreto sia nella prima, che nella seconda ondata covid”. A dichiararlo è Alessandro Cochi, delegato allo sport capitolino di Fratelli d’Italia. Che commenta il recente post di Giro, ripreso dal quotidiano Il Tempo. Con la raccomandazione ad investire nei grandi impianti sportivi di Roma. Che nonostante il no della Raggi alle Olimpiadi, ospiterà tantissimi eventi tra il 2021 e il 2024. “Si parte nel 2021 con gli Europei di calcio, nel giugno del 2022 i Mondiali di Beach Volley al Foro Italico e ad agosto gli Europei di nuoto tra il Foro Italico e il Centro Federale-Polo Natatorio di Ostia”, aveva dichiarato Giro. “Poi nel 2023 la Ryder Cup che riunisce i migliori golfisti d’Europa e statunitensi nella vicinissima Guidonia, per concludere nel 2024 con gli Europei di Atletica leggera. Per vincere questa sfida – continuava il senatore di Forza Italia – Roma deve ammodernare tutti i suoi impianti che potranno ospitare questi eventi sportivi. Dallo Stadio Flaminio al Palazzetto dello Sport al Foro Italico, ma anche lo stadio Olimpico. Fermo ai lavori di ristrutturazione per i mondiali Roma ‘90 di 30 anni fa. Questi impianti hanno tutti l’estrema necessità di essere al passo con i tempi”.

https://www.iltempo.it/roma-capitale/2020/11/13/news/francesco-giro-impianti-sportivi-stadi-roma-flaminio-palazzetto-polo-natatorio-restauro-olimpico-europei-atletica-25224875/?fbclid=IwAR2SlHwg3jmVwHwFEZgUWL_TIY8mB2BtT2nIzhEwwRghT_LgCJO6IX8VI9k

L’emergenza sport a Roma purtroppo è una realtà. E per Cochi (FDI) investire solo nei grandi impianti non basta

Arriveranno come si dice, e come abbiamo letto e seguito nelle commissioni e negli uffici competenti, alcuni grandi eventi internazionali in città. Ma l’emergenza sport a Roma e’ una realtà ancor prima dell’arrivo della stessa pandemia. Che alla fine sta per assestare il colpo di grazia a tutto l’indotto, che conta migliaia di persone impiegate ai vari livelli. E ancor di più’ tra le decine di migliaia di fruitori sia agonistici che amatoriali per le decine di discipline presenti e praticate sul territorio. Così il delegato allo sport di Fratelli d’Italia a Roma Alessandro Cochi sulla sua pagina Facebook.
Potrebbe bastare ricordare che al tempo in cui ero delegato allo sport di Roma Capitale  lo Stadio Flaminio ospitava ancora diverse edizioni del “Sei Nazioni di Rugby”, ha proseguito Cochi. O che nel vicino palazzetto sempre grandiosa opera dell’ingegner Nervi giocava la Virtus Basket Roma di Gigi Datome e il Volley romano era ancora nella massima serie. E che lo stesso impianto ospitava ai massimi livelli la nobile arte della boxe e altre discipline di arti marziali e sport da contatto. Ma anche saggi di danza, ginnastica ritmica o artistica. All’epoca  facemmo  ripartire un altro impianto importante come il Tre Fontane mentre dall’altra parte si sbloccava la grande cittadella del Cip (Comitato italiano Paraolimpico ndr). Salvammo lo storico campo della Romulea sotto l’ombra della Basilica di San Giovanni, ma soprattutto investimmo nelle periferie e negli impianti sportivi di base.

Quello che è mancato è stato investire nello sport di base anche in periferia. Noi dieci anni fa lo avevamo fatto

Ricordo il Pala De Chirico, gli  impianti natatori a Pietralata e alla Romanina. Il calcio a Primavalle, a Ponte di Nona e a Setteville. Ma anche i centri federali del nuoto, a Pietralata come a Ostia. E poi le Bocce, il Tiro con l’Arco, ampliammo cittadelle dello Sport come il Palafilkjam a Castefusano. Risolvemmo il contenzioso di decenni del centro olimpico Giulio Onesti con il Coni e molto altro ancora. Così l’esponente di Fratelli d’Italia Alessandro Cochi. Che mette il dito nella piaga su quelli che oggi sono i principali problemi dello sport a Roma. A cominciare proprio dall’attività di base.
“Oggi metà concessioni delle circa 165 di proprietà di Roma Capitale sono scadute”, ha proseguito Cochi. “Senza possibilità di chiedere la benché minima garanzia a qualsiasi istituto di credito per la pur minima manutenzione ordinaria. E  ancor meno per interventi di riqualificazione straordinaria.

Poi ci sono i progetti per gli impianti di proprietà della Roma e della Lazio calcio, con zero passi avanti in circa 10 anni (ovviamente la giunta grillina puo’ e dovrà’ rispondere degli ultimi 5). E i rapporti con il Coni, deteriorati dal netto no olimpico a Roma 2024. Fino alla riforma Spadafora, che crea nuove strutture (tipo “Sport e Salute”) e poltronifici nel nome dello sport. Così meno autonomo rispetto a prima, ma anzi più confusionario”.

Il regolamento comunale premia solo l’offerta economica più vantaggiosa. E così il curriculum sportivo non conta niente

Di nuova impiantistica neanche a parlarne, ha concluso Cochi. Mentre nei bandi per aggiudicare la gestione degli impianti sportivi il regolamento comunale premia solo l’offerta economica più vantaggiosa. Così società storiche come la Lazio nuoto sono state sfrattate, nonostante l’incredibile curriculum sportivo. Ovviamente, nessun investimento è previsto per nuove strutture. Mentre si legge di 300 milioni che sarebbero disponibili per terminare la cattedrale nel deserto di Calatrava a Tor Vergata. Lo sappia chi sarà candidato a sostituire la Raggi come sindaco, lo sport a Roma è in crisi nera. E aspetta quelle risposte che finora l’amministrazione a cinque stelle e la politica non hanno dato.