Alessandro Loschiavo sbanda con l’auto e muore sull’Aurelia: il designer romano travolto da un tir

Aveva trasformato il design in arte, portando il suo nome nei musei di mezzo mondo. Ma la vita di Alessandro Loschiavo, 59enne di Roma, si è interrotta bruscamente in via Aurelia, a Capalbio. Un uomo che aveva fatto della creatività il suo marchio, docente stimato e designer di fama internazionale, Alessandro Loschiavo è morto in un incidente stradale che ha lasciato sgomenti colleghi, studenti e il mondo della cultura.
Alessandro Loschiavo morto in via Aurelia a Capalbio
Alessandro Loschiavo si trovava a bordo della sua Fiat 500X e stava viaggiando in direzione Roma. Per cause ancora in fase di accertamento avrebbe invaso la corsia opposta, proprio mentre sopraggiungeva un tir. L’autista del mezzo pesante ha tentato la manovra disperata per evitare lo scontro frontale, finendo contro un caseificio.

La vettura di Loschiavo si è ribaltata, intrappolandolo nell’abitacolo. Per il designer non c’è stato nulla da fare: è morto sul colpo. Nell’impatto sono rimaste ferite altre due persone: un commesso del caseificio, trasportato all’ospedale San Giovanni di Dio di Orbetello, e il camionista 58enne, ricoverato in codice rosso a Grosseto.
Chi era Alessandro Loschiavo
Nato a Roma, Loschiavo aveva costruito una carriera internazionale nel mondo del design. Ex insegnante di “Product design” allo Ied, nella capitale, era laureato all’I.S.I.A. Industrial Design Institute. Dal 2000 viveva e lavorava a Milano, conquistando negli anni riconoscimenti prestigiosi come il Good Design Award, ricevuto ben otto volte dal Chicago Athenaeum Museum of Architecture and Design.
Un suo progetto è esposto in permanenza al Triennale Design Museum di Milano, mentre altri lavori hanno varcato i confini, trovando spazio in gallerie e musei di New York, Shanghai, Pechino, Tokyo ed Europa. È anche stato giudice alla selezione finale del Taipei international design Awards.
Alessandro Loschiavo, una vita tra design e insegnamento
Alessandro Loschiavo non era solo un designer premiato: era anche art director di Aliantedizioni, un brand dedicato agli accessori per la casa e la persona, oltre a collaborare come consulente, curatore, fotografo e docente. Un talento poliedrico, capace di muoversi tra la creatività delle aziende e le aule scolastiche, lasciando ovunque un segno forte e riconoscibile. La sua morte improvvisa lascia un vuoto non solo tra i suoi studenti e colleghi, ma nell’intero panorama culturale italiano.