Alessandro Onorato, il “civico” che punta da Ostia al Parlamento

Alessandro Onorato, assessore allo Sport. di Roma

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Dal ruolo di braccio destro del sindaco di Roma Roberto Gualtieri al sogno, neanche troppo velato, di una rete civica nazionale che guarda dritta al Parlamento. Alessandro Onorato, assessore ai Grandi Eventi, Turismo, Sport e Moda di Roma Capitale, sembra aver messo la quinta… ma non per risolvere i problemi della città. Piuttosto per costruirsi un trampolino personale, con vista su Montecitorio

Il “civico” a tempo pieno tra hashtag e ambizioni parlamentari

A Roma, nel pieno delle difficoltà di una Capitale che continua a fare i conti con problemi di ogni tipo, compresi quelli sulle impiantistiche sportive, Onorato corre veloce. Ma il suo traguardo non sembra più coincidere con quello del sindaco Gualtieri, bensì con una traiettoria tutta sua. L’evento da 700 invitati organizzato al Parco dei Principi, con amministratori civici da tutta Italia, è solo l’ultimo indizio di una strategia che ha ben poco a che fare con la risoluzione dei problemi quotidiani della città.

All’incontro parteciperanno Martina Riva, Assessore allo Sport, Turismo e Politiche Giovanili del Comune di Milano; Emmanuel Conte, assessore al Bilancio e Patrimonio del Comune di Milano; Jacopo Vicini, Assessore alle Attività Produttive e al Turismo di Firenze; Marco Semplici, Lista Civica Firenze; Fulvio Fucito, capogruppo della lista civica di Napoli; Graziano Milia, Sindaco civico di Quartu Sant’Elena; Francesco Trasatti, Presidente del consiglio comunale di Fermo; Giorgio Trabucco, capogruppo della lista civica di Roma; Raffaele Ranucci, ispiratore della lista civica di Roma, oltre a tanti altri amministratori di altre città italiane.

Parole vs realtà

“Dobbiamo ampliare l’offerta politica nazionale”, dice Onorato. Peccato che l’offerta amministrativa locale sia ancora largamente incompiuta. I grandi eventi, certo, portano visibilità. Ma non bastano le passerelle e i riflettori per governare una Capitale che arranca. A Roma serve un assessore presente, non un aspirante leader nazionale.

Onorato si propone come interprete del “territorio”, come paladino delle esperienze civiche “che non possono fermarsi al Comune”. Eppure, proprio a Roma, dove governa da anni, sono pochi i segnali di quel cambiamento tanto decantato. Dove sono le rivoluzioni civiche nelle periferie? Dove sono le risposte ai problemi strutturali che assediano la città? Mentre l’assessore promuove incontri e hashtag, i romani attendono risposte concrete.

La retorica della “rete civica” suona vuota se non è accompagnata da risultati. E il rischio è che la proposta politica di Onorato si riduca a un insieme di facce note e buoni propositi riciclati, incapaci di andare oltre la superficie di una politica da social.

Da Ostia al Parlamento: un viaggio tutto personale

Il percorso politico di Alessandro Onorato è lungo e articolato. Dai tempi di Veltroni, passando per Rutelli, Casini e Marchini, fino alla poltrona accanto a Gualtieri, Onorato ha saputo posizionarsi con abilità. Ma ora sembra guardare oltre il Campidoglio. Il richiamo del Parlamento è forte, e l’ambizione di costruire una piattaforma civica nazionale ne è il sintomo più evidente.

Dietro le parole d’ordine di “inclusione”, “territorio”, “ascolto” e “partecipazione”, si intravede un progetto personale, più che collettivo. Una scalata politica ben confezionata, in cui la sostanza spesso cede il passo alla comunicazione. E non mancano poi le polemiche, come per esempio la tempesta mediatica che lo ha visto accostato alla vendita di un suo appartamento alla Stardust, la “scuola italiana degli influencer”.

La rete civica è… una lista d’attesa

L’idea di un “listone” civico alle prossime politiche, che supporti il centrosinistra e magari diventi ago della bilancia in una coalizione frammentata, è affascinante, almeno sulla carta. Ma nella realtà, basta la somma di esperienze comunali e volti spendibili per costruire un progetto nazionale credibile? O la “rete civica” rischia di essere un esercizio di marketing elettorale, utile solo ad aprire le porte di Montecitorio a qualche amministratore?

L’impressione, oggi, è che Alessandro Onorato stia tentando di capitalizzare la sua visibilità per costruire una candidatura parlamentare. Legittimo, certo. Ma resta da capire se questo avverrà sulle spalle dell’ordinario lavoro amministrativo, che invece dovrebbe essere al centro del suo mandato attuale.

Governare o farsi eleggere

Il dubbio è lecito. Onorato vuole davvero cambiare Roma, e poi l’Italia, oppure sta solo preparando una passerella verso Roma (quella del Parlamento) al grido “Viva Roma Sempre” frase che pronuncia in ogni suo reel? Perché se il civismo diventa solo uno slogan elettorale, allora è solo l’ennesimo contenitore vuoto, buono per ogni stagione politica ma incapace di costruire futuro.

In attesa di capire se il suo progetto si tradurrà in qualcosa di concreto, i cittadini romani si ritrovano con un assessore sempre più impegnato a “mettere in rete” contenuti social per qualche like, ma sempre meno concentrato sulle urgenze di casa propria. E mentre Onorato sogna la ribalta nazionale, Roma aspetta, ancora una volta, che qualcuno si occupi davvero di lei.