E se qualcuno si mettesse a denunciare Alessio D’Amato?

Alessio D’Amato

Ma se qualcuno lo dovesse denunciare alla Procura della Repubblica, che farebbe l’assessore Alessio D’Amato? L’ostinato rifiuto dell’uomo di Nicola Zingaretti per la sanità a rispondere a quesiti puntuali che lo riguardano personalmente è grave. E antichi esperti di regole e procedure ricordano che statuti, leggi e regolamenti impongono a chi governa di rispondere con precisione alle questioni che vengono poste. Soprattutto se riguardano comportamenti personali.

Non lo fa Alessio D’Amato. Non lo fa neppure Zingaretti. Il compare.

Alessio D’Amato ha il dovere di rispondere

Accade che – ormai non si conta più quante volte sia accaduto – la Lega presenti alla Pisana l’interrogazione sugli ormai famosi 275mila euro che la Corte dei Conti pretende dall’assessore alla sanità del Lazio. Il documento è posto da più sedute all’ordine del giorno dei lavori – anche ieri – e puntualmente D’Amato se la dà a gambe. Anzi, si nasconde, non si fa vedere, e poi spunta per rispondere all’interrogazione successiva, sulla sanità. E’ lecito tutto questo, signori della Procura? Forse sì, visto che anche quando si è parlato delle mascherine sparite nonostante le spese ingenti, non è accaduto nulla ai responsabili politici.

Chiede Tripodi, capogruppo leghista, “per quale motivo sia Zingaretti sia D’Amato, che ha messo in salvo i suoi beni per evitare eventuali pignoramenti, disertano l’aula sull’interrogazione in questione per la seconda volta consecutiva? Entrambi utilizzano le istituzioni a proprio piacimento ed è davvero grave il silenzio calato intorno a questo scandalo, che la Lega continuerà a denunciare ovunque”.

La battaglia della Lega

Siamo allo sfregio delle istituzioni. Sta scritto sul verbale della seduta di ieri, sotto la presidenza del vicepresidente pentastellato Porrello: “PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 0.1, reca: Interrogazione a risposta immediata n. 425 del giorno 4 settembre 2020, proposta dal consigliere Tripodi, concernente: Chiarimenti urgenti sul caso del finanziamento regionale erogato alla fondazione Italia-Amazzonia Onlus, di cui ha beneficiato l’associazione rosso-verde, e sulla volontà della Giunta di promuovere il divieto nell’erogazione di fondi a società, associazioni, cooperative e fondazioni nelle cui cariche siano presenti consiglieri e assessori regionali.

La Giunta ci fa sapere che la risposta all’interrogazione non è pervenuta.

Che vergogna. Sacrosanta la protesta di Tripodi, ma cala un silenzio ignobile su una vicenda davvero poco edificante. In un’altra regione, un assessore inseguito dalla Corte dei Conti sarebbe stato già messo nel mirino. Nel Lazio le protezioni sono infinite.