Alexa parlerà ai morti. Ma sulla tecnologia estrema l’opinione pubblica si divide


L’intelligenza artificiale continua a fare il suo corso andando ad affermarsi sempre di più. Se non tantissimo tempo fa sembrava strano poter credere che una “radio” potesse ascoltarci e fare quello da noi richiesto, ora la nostra immaginazione sarà sicuramente messa alla prova. E ci chiederemo, ma quando siamo arrivati a tutto ciò? L’ultima sfida viene dal sistema integrato Alexa. Utilizzato da decine di milioni di persone in tutto il mondo. Perché al management aziendale è venuta in mente una nuova idea. Basta un minuto di voce registrata, anche da un vecchio audio, per riprodurre esattamente la parlata di chi non c’è più. E un bambino ad esempio, potrà dire ad Alexa: mi fai raccontare la mia favola preferita dalla nonna? Detto fatto, la voce partirà. Anche se la persona cara ci ha lasciato da tempo. Ma non sono mancate le polemiche. Perché anche alla tecnologia, alle volte dovrebbe essere messo un limite.

L’ultima trovata degli scienziati di Alexa fa discutere

Più o meno è stata questa la dichiarazioni di Rohit Prasad. Scienziato capo di Amazon per Alexa AI, durante l’evento annuale sull’ intelligenza artificiale tenutasi da poco. “In questi tempi di pandemia in corso, quando così tanti di noi hanno perso qualcuno che amiamo, questa potrebbe essere un’opportunità”.

La clip mandata per pubblicizzare la nuova funzione, ritraeva un bimbo che si addormentava mentre ascoltava una favola letta dalla nonna morta. “Invece della voce di Alexa che legge il libro, c’è quella della nonna del bambino. Sebbene l’IA non possa eliminare il dolore della perdita, può sicuramente far durare i ricordi”. 

Il sistema è in fase di perfezionamento, ma sicuramente pronto ad entrare sul mercato. Ma come detto, l’opinione pubblica si è divisa. Tra chi parla di una splendida, nuova opportunità offerta dalla scienza. E chi invece di una pratica orribile e inumana.