Allarme telefonino: il 75% dei giovani inizia a usarlo tra i 6 e i 9 anni. Ma l’abuso riguarda tutti

Il 75% dei giovani inizia a usare il telefonino cellulare tra i 6 e i 9 anni ma per un italiano su due l’uso eccessivo riguarda tutti, non solo i più piccoli. E quanto emerge da una ricerca realizzata da Swg per Italian Tech, il verticale di approfondimento del Gruppo Gedi sulla tecnologia, e Telefono Azzurro sulle abitudini e i rischi percepiti dall’uso degli smartphone da parte degli italiani. I cui risultati saranno presentati oggi alla alla Camera dei Deputati in occasione dell’Internet Safer Day, la giornata mondiale per la sicurezza in rete. L’analisi di Swg, effettuata su un campione di un migliaio di persone tra i 14 e i 75 anni, rivela che 3 italiani su 5 guardano allo smartphone come un’innovazione positiva, che nel complesso ha migliorato la vita.
Luci e ombre sull’uso del telefonino
Una convinzione più diffusa tra la Generazione Z (72%), ma che trova d’accordo anche la maggioranza degli adulti. Molte luci ma anche qualche ombra, dalla privacy al benessere psichico. La “nomofobia”, ovvero la paura di rimanere sconnessi e privi del proprio telefono, colpirebbe 2 italiani su 5 con un’incidenza maggiore tra i lavoratori e chi vive nelle grandi città. Dalle interviste ai genitori emerge, poi, che il 75% dei 6-9enni ha già iniziato a usare uno smartphone, a 10-13 anni, lo utilizza il 96%: di questi, 1 su 3 lo fa già in totale autonomia rispetto ai genitori, che utilizzano un parental control nel 36% dei casi. L’abuso dello smartphone tra i giovani esiste ed è riconosciuto da tutte le generazioni, in primis da quelle adulte.

Gli adulti ritengono che il cellulare impedisca di socializzare
I giovani Gen Z sono tuttavia divisi nel valutare il fenomeno: un 38% la considera una reazione eccessiva a un fenomeno che gli adulti non riescono a capire. Altrettanti ne denunciano invece un abuso tra i loro coetanei (39%). Sempre secondo le fasce d’età più senior, l’allarme giovani riguarderebbe soprattutto la difficoltà nel socializzare e la capacità di esprimersi e argomentare. Se il telefonino possa davvero considerarsi come la cocaina, dalla circolare del ministero dell’Istruzione alle scuole accompagnata da uno studio del Senato sugli effetti dannosi dello smartphone sui giovani, l’85% dell’opinione pubblica risponde che il problema esiste. Ma per 8 intervistati su 10 è un errore pensare che sia solo dei giovani. Per due terzi il problema andrebbe ridimensionato e i giovani trattati con più rispetto.
Ascolto e dialogo, insomma, rileva la ricerca, sono e rimangono la chiave per non perdere la connessione con una generazione che fa sentire la propria voce soprattutto attraverso gli strumenti digitali.