Ma con quale alleanza pensate di vincere le elezioni 2023?

Alleanza 2023

Un’alleanza che si vede solo per decidere le candidature può vincere nel 2023?

In fondo, il problema del centrodestra è qui, una cooperativa elettorale come l’ha efficacemente dipinto Gianfranco Rotondi.

Ci arrivate all’alleanza 2023?

Finché si tratta di amministrative – anche se grave per chi vive nelle città perse – potranno anche fingere i capi del Gran Consiglio che è alla testa della coalizione.

Ma la guida del Paese è altra cosa, che non può essere affidata alla superficialità che abbiamo registrato negli ultimi tempi. Già la partita del Quirinale siamo costretti a viverla con ansia, perché non osiamo immaginare che cosa accadrà dal giorno dopo la votazione del “successore di Silvio Berlusconi” (che sarà fregato nel match del Colle).

Dispiace doverlo pensare, ma la sensazione è che oggi si finga unità perché già sanno che tutto è destinato a sgretolarsi. Troppo rancore negli azzurri surclassati dai leader di Lega e Fratelli d’Italia; acrimonia nelle basi di Matteo Salvini e Giorgia Meloni. E da tutti e tre i partiti distanza con quel popolo che dovrebbero trascinare con entusiasmo contro la sinistra e non contro se stessi.

Gli Stati Generali del centrodestra

Giovanni Toti – che spesso dice cose terribili e che fanno davvero inquietare – una giusta l’ha pronunciata, invocando gli stati generali del centrodestra. Convocate almeno le decine di migliaia di amministratori con le vostre tessere di partito, mostrate la rappresentanza dell’Italia di destra, siatene orgogliosi, fateli parlare anche se dovesse durare una settimana, ma c’è bisogno di capire che c’è nella pancia dell’Italia profonda per rappresentarla al meglio.

E invece no, solo silenzio alla base. Incontri sporadici, pensano di preparare l’alleanza 2023 un mese prima della presentazione delle liste e del programma?

Per carità, facciano pure, ma almeno qualcuno dica loro di non essere d’accordo con un percorso che non lascia nulla al confronto e alle scelte meritocratiche. No, si va avanti solo per fedeltà a chi comanda. Anche prima? Forse, ma se volevi dire una cosa avevi la sede dove parlare, i mitici organi di partito. Ora manco quelli. Ti devi accontentate di un post o di un tweet.