Altri 555 morti, il virus non rallenta. Davvero volete riaprire le scuole?

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Il virus colpisce duro. Non diminuiscono i morti, ieri sono stati 555. La pandemia non rallenta neanche un po’. Sono infatti 23.477 i contagi da coronavirus resi noti oggi, 31 dicembre, secondo i dati contenuti nel bollettino della Protezione Civile sul sito del ministero della Salute. Da ieri sono stati registrati altri 555 morti che portano il totale a 74.159 dall’inizio dell’emergenza legata all’epidemia. Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 186.004 tamponi, il tasso di positività è al 12,6%. Nella nostra regione i morti aumentano. Oggi sono stati registrati 1.767 casi e 73 morti nel Lazio, secondo i dati diffusi dalla regione.

Virus fuori controllo in tutto il mondo

In tutto il mondo il virus è fuori controllo. E nonostante questo, vogliono riaprire le scuole tra pochi giorni. “Sì” dei prefetti per la ripresa della scuola il 7 gennaio al 50%. A darne notizie il ministro dell’interno, Luciana Lamorgese. “Le prefetture hanno adottato i documenti operativi all’esito dei lavori dei tavoli di coordinamento scuola-trasporti istituiti in tutte le province in vista della ripresa, dal 7 gennaio, dell’attività didattica in presenza. I prefetti hanno tenuto conto anche dell’ordinanza del ministro della Salute del 24 dicembre 2020 che limitatamente al periodo 7-15 gennaio riduce la presenza in classe al 50%”.

Il governo scarica la responsabilità della riapertura

“Tutti i prefetti hanno svolto un’opera preziosa di coordinamento per garantire la ripresa dell’attività didattica in presenza a partire dal 7 gennaio. Si è trattato di una operazione complessa che ha consentito di individuare per tempo soluzioni differenziate a livello territoriale. Coniugando le esigenze del mondo scolastico con le risorse straordinarie stanziate per il comparto trasporti”, ha dichiarato il ministro. “Ancora una volta – ha aggiunto – la rete delle prefetture è riuscita a definire modelli organizzativi condivisi frutto di un’opera di confronto costruttivo tra tutti i protagonisti dei tavoli, punto di raccordo tra i diversi livelli governo nazionale e territoriale, con l’obiettivo comune di riaprire le aule agli studenti in sicurezza già all’inizio del nuovo anno”.

La riapertura delle scuole è una guerra di religione per il governo

Ovviamente il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha espresso “grande soddisfazione per il risultato raggiunto”. “In pochi giorni – ha spiegato – i tavoli guidati dai prefetti hanno permesso di elaborare misure specifiche, territorio per territorio, e subito operative. Un lavoro di squadra di cui andare fieri. Nell’unico interesse di studentesse e studenti”. Ma non degli italiani: è probabile infatti che la frettolosa riapertura delle scuole immeschi la temuta terza ondata.

“Saremo pronti per il 7 gennaio – ha aggiunto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli – perché l’impegno di tutti è stato massimo e di questo ringrazio molto i prefetti, con cui abbiamo definito modelli organizzativi territoriali, in grado di coniugare la giusta flessibilità e l’ascolto delle esigenze locali. Grazie a questo coordinamento la scuola ripartirà più sicura con più mezzi del trasporto locale e una riorganizzazione degli orari”.

E’ veramente incredibile la cecità delle nsotre istituzioni, che non vedono il gravissimo perciolo insito in questa guerra di religione che è diventata la ripartura delle scuole in presenza. Non sarà sfuggito a nessuno che la brusca e contestata riapertura di settembre ha scatenato questa drammatica seconda ondata. Poi il ministro Speranza ha detto che il coprifuoco rimarrà anche dopo il 7 gennaio. E questi riaprono le scuole?