Ama, a rischio 150 lavoratori. E il sindacato dichiara battaglia

Foto Roma Today. Sarebbero almeno 150 i lavoratori dell’Ama a rischio licenziamento. Questo l’allarme lanciato dalla CGIL funzione pubblica, dopo la pubblicazione del nuovo bando da parte dell’azienda dei rifiuti del Campidoglio. Che prevede una sostanziosa riduzione della raccolta delle utenze non domestiche porta a porta. Almeno nella quota gestita dal pubblico. Infatti, il vecchio appalto ‘monstre’ di 16 lotti del 2018 è in scadenza. E adesso l’idea di Ama sarebbe di gestirne direttamente solo otto, per un totale di 50 mila utenze. Mentre le altre  30 mila verrebbero affidate al privato. Una scelta che vede la ferma contrarietà dei lavoratori e delle parti sociali, e che metterebbe molti lavoratori in mezzo alla strada.

È già successo per la raccolta degli ingombranti, quando 200 maestranze di Multiservizi sono tornate a casa. E adesso rischiamo che la storia si ripeta, hanno fatto sapere Alessandro Russo. Responsabile Fp Cgil di Roma e Lazio. “Nei prossimi affidamenti ci sarà un taglio del 30%. Ama lo scorso anno non ha esercitato il quinto d’obbligo sugli appalti in scadenza permettendo all’Ati capitanata da Roma Multiservizi di uscire e abbiamo avuto 200 licenziamenti. Quest’anno nuovamente non lo esercita e fa un nuovo capitolato. Chiediamo all’azionista che sta in Assemblea capitolina qual è il mandato politico?”

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Forse la raccolta porta a porta non interessa più, ma che c’entrano i lavoratori?

Così il sindacato, che è andato anche oltre. “Questo appalto un tempo non era così grosso – ha proseguito Russo. È stato ingigantito sulla base di una scelta politica per ‘pompare’ la raccolta porta a porta. Quando questo mandato è venuto meno la scelta dell’azienda è stata internalizzare i servizi ma non il personale. Si è scelto di usare un settore prima per fare propaganda politica e poi cassa”. Per affrontare la questione i sindacati all’azienda hanno “fatto tre richieste dall’11 febbraio del 2020, ma non siamo mai stati convocati. E il 14 Ama (3 giorni dopo la nostra ultima richiesta di convocazione) ha fatto lo smacco di pubblicare l’avviso pubblico. I consiglieri dovrebbero dire se condividono che Ama decida di fare cassa sulla pelle della gente assunta dopo un mandato politico”.

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