AMA a rischio crack. E sul porta a porta non ce la dicono tutta

AMA ritorna sull’otto volante, dopo i giorni relativamente più tranquilli dovuti al lockdown. Settimane che avevano anche consentito alla sindaca Raggi di gonfiare il petto. Rappresentando una città finalmente più ordinata e pulita. Con il solo problema di qualche incivile che ancora abbandona lavatrici e vecchi materassi di fianco ai cassonetti. Ma ovviamente con la fase 2 sono ritornati tutti i vecchi problemi. Proprio come la polvere nascosta sotto al tappeto. A cominciare dalle strade e dai marciapiedi sporchi e spesso inagibili. E dai cassonetti di nuovo stracolmi e maleodoranti. L’Amministratore unico di AMA Stefano Zaghis è stato da poco sentito in audizione pubblica in Campidoglio, e il suo intervento non ha certo contribuito a rasserenare gli animi. Di fatto, al di là delle parole di circostanza Zaghis ha bussato a soldi. Nei confronti del principale azionista dell’azienda, quindi della Raggi e del comune. Dicendo chiaramente che senza ulteriori risorse la raccolta porta a porta in alcuni municipi e quartieri potrebbe essere bloccata. E sollevando la fiera reazione grillina, con un corale indietro non si torna.

Affermazione surreale, perché la ex municipalizzata dei rifiuti di Roma vive del contratto di servizio stipulato proprio con il comune. Che vale quasi 800 milioni di euro l’anno. E nonostante questo gli ultimi tre bilanci di AMA ad oggi non sarebbero ancora stati approvati. Sembra più che uno scontro politico, il classico gioco delle tre carte. E ora anche la Procura ci vuole vedere chiaro.

https://www.ilcaffe.tv/articolo/67784/roma-torna-ai-cassonetti-legambiente-indignata-cacciatore-attacca-la-scelta

Sospensione del porta a porta, AMA e Zaghis fanno retromarcia. Ma ora su bilanci e conti in rosso dovranno dire la verità. Anche alla Procura

Dopo la bufera determinata dall’annuncio pubblico dell’Amministratore unico di AMA Stefano Zaghis della possibile sospensione della raccolta porta a porta in alcuni quartieri di Roma, è il momento della retromarcia. La sindaca Raggi si sarebbe infuriata, e i grillini hanno fatto muro. Contro ogni ipotesi di ripensamento. E di revisione al ribasso del piano. Ma il sasso lanciato da Zaghis è di quelli che fanno rumore. E non possiamo credere che il manager alla guida dell’azienda di Via Calderon della Barca sia uno sprovveduto. I problemi di AMA infatti partono da lontano, con gli uomini della Procura di Roma che starebbero indagando sui 250 milioni di euro della TARI del 2014 e del 2015. Che la ex municipalizzata dei rifiuti avrebbe riscosso, ma mai versato al comune. Se quanto sembra emergere dalle indagini venisse confermato, ci troveremmo di fronte ad almeno due problemi. Il primo ovvio, che fine abbiano fatto quei soldi pubblici. Il secondo più sottile, ma di grande attualità. Perchè tra scelte non fatte, termovalorizzàtori rotti e impianti andati a fuoco, AMA ha dovuto sottoscrivere tanti contratti con altre Regioni. Che ovviamente un costo lo hanno avuto. E sarebbe grave se a pagare i ritardi della politica di Comune e Regione fossero stati ancora una volta gli incolpevoli contribuenti romani.

https://roma.repubblica.it/cronaca/2020/05/12/news/emergenza_rifiuti_roma_procura_indaga_per_falso_bilancio-256395596/

Sospendere la raccolta puntuale in un paio di Municipi non risanerà AMA. Ma a pensar male la strategia potrebbe essere un’altra

La minaccia di Stefano Zaghis di sospendere la raccolta porta a porta della spazzatura in alcuni municipi di Roma sembra essere rientrata, almeno per ora. Ma le dichiarazioni dell’Amministratore di AMA potrebbero avere anche un’altra lettura. Oltre a quella ovvia, non abbiamo soldi e dobbiamo risparmiare. Perchè in realtà facendo una raccolta puntuale, ogni rifiuto deve andare al suo posto. E anche nell’impianto giusto. Per esempio tutto l’umido può essere trattato solo da impianti dotati della tecnologia TMB. Quella capace di disidratare e di stabilizzare il residuo organico. Prima di valorizzare quello che si può. E di portare il resto in discarica. Peccato che nel Lazio alcuni stabilimenti dotati di questa tecnologia come la RIDA ambiente di Aprilia possano lavorare al cinquanta per cento. Proprio perché non hanno una discarica assegnata. Chissà come mai, visto che altri impianti della Regione senza TMB invece il problema del conferimento dei loro rifiuti non ce l’hanno mai avuto. Allora la sospensione della raccolta porta a porta di AMA potrebbe avere anche un”altra lettura. Perche quando tutta la spazzatura è mischiata insieme, diventa molto più difficile controllare. Non sarà certamente così, ma qualcuno in passato amava dire che a pensare male si commette peccato. Ma spesso ci si indovina. Di sicuro c’è che da troppo tempo sulla gestione dei rifiuti e sul decoro urbano i cittadini romani aspettano un servizio di livello europeo. E invece in cambio ricevono inefficienza e litigi.

http://l.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.lanotiziagiornale.it%2Fscontro-tra-ama-e-campidoglio-sulla-raccolta-dei-rifiuti-porta-a-porta-nella-capitale-non-si-torna-indietro%2F&h=AT26bKluWV04dmNjevJjCFDUxi2h529MkGmjPQeDHzZqHJhSzvGBbnvaiQQuNZ7dUjXM9GKYV0yW_1JBulloLrqggUP-F9mk-0Xv-o_N8elTbmbeEDgS4LEJnyX0reQ&s=1