All’Ama niente rifiuti, preferiscono assumere altri dirigenti

Ama rifiuti

Serve chi usi la ramazza per ripulire Roma, ma si preferisce assumere dirigenti – ancora! – per l’Ama anziché operatori per togliere i rifiuti dalle strade.

Nella Roma di Gualtieri succede anche questo mentre l’immondizia dilaga. L’azienda si dovrebbe occupare come priorità di reperire personale per recuperare tempo perduto e togliere la spazzatura dalle strade. Ma si sfornano bandi per reclutare la dirigenza. Come se non ce ne fosse già troppa ed in numero elevato.

L’Ama recluta dirigenti, non raccoglie rifiuti

E ha ragione il consigliere capitolino Federico Rocca (Fdi), quando afferma che la precedenza dovrebbe essere data “agli operatori e ai mezzi da poter impiegare nelle strade di Roma al fine di riportare pulizia e decoro.

Invece tocca apprendere, non senza perplessità, che Ama vuole nuovi dirigenti.

L’esponente del partito di Giorgia Meloni punta l’indice su diverse questioni, connesse al piano industriale dell’Ama: “Sarà completamente inserita nel ciclo dei rifiuti, è prevista la dotazione di più personale e mezzi per pulire le strade, svuotare i cassonetti e migliorare il porta a porta?
Già il piano rifiuti di Gualtieri ci lasciato molto perplessi, si punta tutto sulla costruzione del termovalorizzatore che vedremo solo tra qualche anno, nel frattempo è necessario che l’AMA si dia delle priorità e l’assunzione di nuovi dirigenti non lo è
.

Gualtieri preferisce procedere a colpi di spot

In realtà a Roma si procede a spot o a promesse di azioni straordinarie e poi si ripiomba nel degrado più assoluto. Dall’amministrazione comunale – già allo sbando – non c’è traccia di strategia per pulire la Capitale d’Italia e questo rischia di creare problemi persino all’organizzazione di eventi grandissimo come il prossimo Giubileo ed Expo Roma 2030 (che la città deve ancora conquistare).

Con queste premesse, Gualtieri e i suoi uomini non ci porteranno lontano e a Roma toccheranno solo le briciole. Se il management Ama è questo, vuol dire che si è sbagliato ancora.