Ama, se ne va il commissario Piazza. Ma restano i rifiuti

Ennesimo giro di valzer all’Ama. Dove il commissario straordinario Angelo Piazza, fortemente voluto da Gualtieri, ha rassegnato le sue dimissioni. Niente di traumatico però. Infatti il passaggio era concordato, e serve a consentire l’insediamento del nuovo consiglio di amministrazione dell’azienda capitolina dei rifiuti. Che sarà composto di cinque membri, e durerà in carica tre anni. Piazza, come ha comunicato ufficialmente lo stesso sindaco, continuerà comunque a prestare la propria opera in Campidoglio. Come consulente giuridico del primo cittadino.

A Roma prepariamoci a passare anche l’estate tra i rifiuti

All’Ama arriva il nuovo presidente che sostituirà il commissario uscente. Troverà impianti chiusi e rifiuti per strada

Dopo l’esperienza commissariale di Angelo Piazza, All’Ama si cambia. E si ritorna a un consiglio di amministrazione ordinario, composto da cinque membri. I nomi sono ancora top secret, ma filtrerebbe per la carica di presidente quello di Daniele Pace. Che è già stato numero uno di Invitalia. La società a partecipazione pubblica che si occupa dello sviluppo e del sostegno all’impresa, specie ne Mezzogiorno. Chiunque sarà ciò presidente di Ama, avrà comunque davanti a se’ un compito da far tremare i polsi. Infatti, Roma è di nuovo piena di rifiuti. E i cittadini della Capitale, pagano la Tari più alta d’Italia. Per non parlare di alcuni settori, come quello della ristorazione, che sono disperati per la fallimentare raccolta dei rifiuti non domestici. Poi, ci sono le scelte non fatte. O quelle che stanno dividendo la maggioranza, come il futuro termovalorizzatore a Santa Palomba. Abbastanza per dire che il nuovo Cda di Ama avrà certamente molto da a fare.

Le soluzioni tampone che non hanno funzionato

Per cercare di mettere un freno all’emergenza rifiuti, Ama ha studiato una serie di soluzioni tampone. In accordo con il Campidoglio, e con l’assessora Sabrina Alfonsi. Ma i risultati per ora sembrano piuttosto deludenti. Primo tentativo, quello di incrementare le isole ecologiche nei diversi quartieri. Ancora in corso, ma parliamo solo di ingombranti e inerti. Quindi, niente rifiuto umido urbano. Quello che ‘puzza’, e che rappresenta la vera emergenza. Secondo, appoggiarsi ad impianti fuori città, o fuori regione. Visto che a Roma funziona solo Rocca Cencia (a mezzo servizio). Così la spazzatura ha preso varie strade, verso la Saf di Frosinone, verso Viterbo. Galassia Cerroni per intenderci. Ma anche la strada dell’Emilia Romagna. E dell’inceneritore Acea di San Vittore. Con costi elevati, anche perché in assenza di impianti pubblici, i privati si fanno pagare. E alla fine sono sempre i soliti a fregarsi le mani. Mentre a piangere, restano i cittadini. Contribuenti ‘mazzolati’, e costretti a vivere in una città sudicia. Ultima chicca, gli spazzini spostati dalla periferia al centro. Per fare bella figura con i turisti. Ora Ama volta pagina. Vedremo se riuscirà anche a ritrovare la rotta. E a garantire un minimo di dignità e di decoro alla nostra Capitale.