Amadeus non incontra gli agricoltori, Meloni sì; i trattori soddisfatti dell’ascolto del governo

rivolta dei trattori

Durato oltre due ore l’incontro tre le organizzazioni agricole e il governo che ha visto al tavolo anche il premier Giorgia Meloni. “Un incontro proficuo, che ha consentito di fare il punto sull’insieme delle situazioni di crisi dell’agricoltura italiana. Abbiamo, in larga misura, apprezzato gli obiettivi e il programma di priorità annunciato dal Governo e in particolare apprezziamo l’apertura di un tavolo con il Governo sul tema del lavoro ”, dice il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, dopo la riunione che a Palazzo Chigi con Giorgia Meloni. “Da parte nostra, abbiamo rimarcato che il ripristino dell’esenzione Irpef deve riguardare tutti gli agricoltori, in difficoltà da tempo per il calo dei prezzi all’origine, mentre i costi di produzione restano elevati” sottolinea.

Il governo e la maggioranza incontrano gli agricoltori

Il primo segnale arriva al mattino, quando fonti di Fratelli d’Italia fanno filtrare un emendamento al milleproroghe che sospende per sei mesi l’obbligo di assicurazione per i mezzi agricoli. Ed è solo l’inizio di una giornata convulsa all’insegna dei trattori e della loro protesta giunta sino a Roma, seppur in forma simbolica con soli 4 mezzi che raggiungono e marciano per le vie del centro. Una protesta non ignorata dalla maggioranza, con Lega e Fdi che cercano di risolvere i numerosi problemi. Anche Forza Italia è sul pezzo: sia il Carroccio che il partito azzurro nella mattinata di ieri convocano riunioni di partito per dare “risposte strutturali” a un’onda che si propaga fino a lambire Sanremo e il Festival della canzone italiana.

I trattori a Palazzo Chigi e poi al ministero dell’Agricoltura

Il premier non si fa certo cogliere impreparata: alle 14.30 convoca le organizzazioni agricole più rappresentative, ovvero Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri e Fedagripesca. Si tratta delle sigle di comparto sì, ma non di tutti gli agricoltori – peraltro molto frammentati – saliti su quei trattori che hanno acceso i riflettori del Paese su un comparto e i suoi affanni. A vederli ci pensa anche il ministro Francesco Lollobrigida, ricevendo al ministero dell’Agricoltura i rappresentanti di Riscatto agricolo. Intanto nella riunione a Palazzo Chigi è stato messo un fermo, per arginare la proposta che monta sul mancato rinnovo dell’esenzione dell’Irpef: in vigore dal 2016, è stata sbianchettata nell’ultima legge di bilancio.

Si aiuteranno i più deboli

Meloni difende la scelta fatta. “L’esenzione Irpef negli anni passati è stata una misura iniqua e ha favorito soprattutto i grandi imprenditori e le imprese con volumi di affari elevati – chiarisce -. La proposta del Governo è quella aiutare gli agricoltori che ne hanno bisogno limitando l’esenzione Irpef ai redditi agrari e domenicali che non eccedono l’importo di diecimila euro. In altre parole, l’esenzione dell’Irpef deve essere un intervento per i più deboli che risulti un sostegno concreto a chi produce e non un privilegio”. Conferma, dunque, il tetto che punta a 10mila euro, e che, secondo Lollobrigida – che cita il ministro leghista Giancarlo Giorgetti – servirà a garantire “più del 90% delle imprese agricole italiane”.

Salvini: il governo sta facendo bene ma faremo ancora meglio

Da Salvini arriva un commento in chiaroscuro: ”Il Governo italiano sta facendo bene sull’agricoltura e può fare ancor meglio ma il disastro è l’Europa”. La proposta di detassazione all’Irpef agricola fino a 10.000 euro ”è un punto di partenza, sono convinto che si possa fare anche di più”, rimarca il ministro delle Infrastrutture. Durante il tavolo, Meloni rivendica quanto fatto finora per un comparto elettoralmente conteso da tutti i partiti che compongono la maggioranza e che guarda con fumo negli occhi a Bruxelles. “In Europa – dice – il governo ha difeso gli agricoltori e contestato fin dall’inizio le scelte sbagliate imposte dalla Commissione europea.

Meloni: sì alla transizione ecologica, non a quella ideologica

Noi siamo sempre stati favorevoli alla difesa dell’ambiente e alla transizione ecologica, ma sempre nettamente e fermamente contrari a quella che è diventata una transizione ideologica, fatta da diktat e da regole frutto di posizioni ideologiche e per le quali si sacrifica la produzione, mettendo a rischio quel concetto di sovranità alimentare che resta un nostro indirizzo irrinunciabile”. L’Italia, rassicura, “si è fatta sentire contro i diktat della Commissione europea sulla transizione ideologica green”. E intende continuare a farlo, portando avanti anche la battaglia sul cibo sintetico fortemente caldeggiata dal governo. Su questa, “ci hanno tacciato di ogni nefandezza, ma avevamo ragione – rivendica -.

Blocco della carne sintetica in tutta Europa

L’Italia ha fatto da capofila e ha animato una maggioranza di 17 Nazioni che sta appoggiando la nostra posizione e dice insieme a noi che la carne sintetica, la carne prodotta in laboratorio, è una minaccia dal punto di vista etico, sociale, ambientale e per la salute. Ecco, io credo che a difesa del settore serva anche un blocco europeo al cibo a base cellulare prodotto in laboratorio. Su questo continueremo a batterci per una legge europea”.

Potenziamento del Fondo di Garanzia dell’Ismea

Alle sigle ricevute a Palazzo Chigi, spiega che è previsto anche un potenziamento del Fondo di Garanzia dell’Ismea –, “per il 2024 sono disponibili 80 milioni di euro per le operazioni di credito agrario” fa sapere il governo – e un “nuovo tavolo di coordinamento per il lavoro in agricoltura” con ministeri competenti, rappresentanti delle organizzazioni agricole e sindacati dei lavoratori agricoli. Le organizzazioni rappresentative escono da Palazzo Chigi soddisfatte, “un passo avanti e stato fatto” dicono all’unisono.