Amatrice, Pet House Rescue: la piccola associazione che sta cambiando la vita degli animali dimenticati

Amatrice, Titti e Silvestro Pet House Rescue

Ad Amatrice, dove per portare un gatto o un cane dal veterinario servono almeno sessanta chilometri di viaggio: l’attenzione verso gli animali non da reddito è sempre stata fragile. Alice, trent’anni vissuti quasi tutti qui, quel vuoto lo ha visto crescere fin da bambina. E un giorno ha deciso che non si poteva più aspettare che qualcuno intervenisse al posto suo. Così è nata Pet House Rescue, un’associazione che si prende carico delle emergenze che nessuno seguiva, diventando l’interlocutore che mancava tra cittadini, istituzioni e veterinari.

Amatrice, Tiana Pet House Rescue
Tiana, il primo recupero ufficiale della Pet House Rescue di Amatrice – www.7colli.it

La risposta della comunità è arrivata subito: chi conosce il territorio sa quanto fosse necessario un presidio, qualcuno capace di recuperare i randagi, seguire i casi più complessi e farsi ascoltare dagli enti pubblici. E soprattutto di creare un sistema che renda la cura degli animali accessibile a tutti, anche a chi non ha tempo, possibilità o mezzi per muoversi fuori dal Comune.

Il progetto di un rifugio per non lasciare indietro nessuno

Il primo grande passo è stato avviare un programma di sterilizzazione solidale: i proprietari che non riescono a organizzare la trasferta affidano a Pet House Rescue il trasporto degli animali, mentre i veterinari, grazie a un accordo non scontato, applicano tariffe calmierate. Chi sterilizza il proprio gatto o cane paga l’intervento e lascia un contributo all’associazione.

Unendo due o tre sterilizzazioni private, Alice e le volontarie riescono quasi sempre a ottenere un’operazione gratuita per un randagio. Un equilibrio semplice, ma decisivo: un meccanismo virtuoso che sta già contenendo le nascite incontrollate nelle colonie e nelle abitazioni.

Pet House Rescue, Amatrice
Pet House Rescue, Amatrice – Polpetta, recuperata nel cimitero di Amatrice a pochi giorni di vita, l’avevano appositamente nascosta in alto in un fornetto vuoto per farle fare una brutta fine

Nel frattempo, l’associazione ha cominciato a muoversi su tutti i fronti. Dall’inizio dell’anno sono stati recuperati circa 35 gatti, più i cuccioli di cane abbandonati a Cittareale, per i quali Pet House Rescue ha trovato adozione.

È arrivata anche la richiesta d’aiuto per una cavallina anziana del territorio, e le segnalazioni per animali selvatici in difficoltà. La regola è una sola: non si volta la testa dall’altra parte, qualunque sia la specie animale.

La mancanza più urgente, però, resta lo spazio. Oggi i gattini recuperati sono distribuiti nelle case di tre o quattro volontarie, Alice compresa. Ma i posti sono limitati: capita che un animale abbia bisogno di essere messo in sicurezza immediatamente e che non ci sia un luogo libero dove accoglierlo. In alcuni casi, nel frattempo, qualcuno ha già preso i cuccioli senza controlli, lasciando l’associazione impossibilitata a intervenire. Da qui l’idea, su cui si sta lavorando insieme al Comune, di realizzare una piccola oasi-rifugio dedicata agli animali recuperati. Un luogo stabile, finalmente.

Al momento, Pet House Rescue non riceve fondi di alcun tipo. Niente contributi istituzionali, niente 5×1000: l’associazione è troppo giovane. A sostenere le attività ci sono soltanto le donazioni tramite PayPal, una lista Amazon e l’iniziativa dei cittadini e la testardaggine dei volontari.

Dentro questa storia c’è anche un filo emotivo che l’associazione non nasconde. Tutto è nato davvero dopo l’incontro con Titti e Silvestro, due gatti del centro commerciale provvisorio di Amatrice. Vivevano tra i negozi come fossero in casa. Titti si è ammalata la scorsa primavera di una patologia incurabile: è stata portata in casa, accudita, accompagnata fino alla fine.

Amatrice, Titti e Silvestro Pet House Rescue
Titti e Silvestro, Pet House Rescue di Amatrice – www.7colli.it

Silvestro ha sviluppato la stessa malattia e ora vive da Alice, isolato dagli altri gatti per evitare contagi, ma circondato di cure in una stanzetta con balcone. È diventato la mascotte dell’associazione: quando le condizioni lo permettono, partecipa ai pranzi solidali e alle raccolte di pappe. È affettuoso, e la sua presenza ricorda a chiunque perché questo lavoro esista.

Intanto l’associazione sta censendo le colonie nelle frazioni, monitorando il numero dei gatti e organizzando, con il supporto dei Comuni di Amatrice e Cittareale, giornate di sterilizzazioni gratuite o a prezzo calmierato, direttamente in loco. L’obiettivo è chiaro: ridurre drasticamente le nuove nascite del 2026, rendendo il territorio più vivibile per tutti.

In un posto in cui “non c’è niente”, come dice Alice, Pet House Rescue sta provando a diventare quel “qualcosa” che cambia davvero la vita degli animali. E, inevitabilmente, delle persone.