Amianto alla Videocolor di Anagni: La Corte d’Appello condanna l’INPS a riconoscere i diritti di un’ex operaia

Un nuovo capitolo si aggiunge alla lunga e dolorosa storia legata all’amianto alla Videocolor di Anagni. La Corte d’Appello di Roma ha emesso una sentenza storica che condanna l’INPS a riconoscere le maggiorazioni contributive a favore di M.R., ex operaia della VDC Technologies S.p.A., affetta da una grave malattia professionale asbesto-correlata.
Amianto alla Videocolor: esposizione per 27 anni
M.R., oggi 56enne e in pensione da 4 anni, ha lavorato per quasi tre decenni (dal 1979 al 2006) in diversi reparti dello stabilimento di Anagni: pedana, sala maschere e reparto vuoto. In ambienti saturi di polveri e sostanze pericolose, ha inalato fibre di amianto provenienti da coibentazioni, pannelli, forni, vasche e impianti di ventilazione presenti nello stabilimento.

Nel 2015 i primi segnali di malattia: tosse persistente, difficoltà respiratorie, affanno. Pochi mesi dopo la diagnosi: una pneumopatia interstiziale asbesto-correlata, riconosciuta poi come malattia professionale.
La Sentenza
Dopo una prima vittoria in tribunale a Frosinone contro l’INAIL per l’indennizzo del danno biologico, arriva ora la condanna dell’INPS: l’ente dovrà ricostituire la posizione contributiva della donna per l’intero periodo lavorativo, con il riconoscimento delle maggiorazioni previste per i lavoratori esposti all’amianto.
La decisione comporta per M.R. circa 20.000 euro di arretrati e un aumento mensile di circa 500 euro sulla pensione. Un risultato significativo, ottenuto grazie alla battaglia legale portata avanti con determinazione dall’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA). “Questa vittoria è un altro tassello nella lotta per i diritti dei lavoratori invisibili, coloro che hanno respirato amianto per decenni nel silenzio delle istituzioni”, ha dichiarato Bonanni.
Videocolor Anagni e i precedenti giudiziari
La storia della Videocolor di Anagni è purtroppo già nota alla cronaca giudiziaria. In passato, altri ex lavoratori, come Domenico Catracchia, hanno ottenuto risarcimenti e riconoscimenti per malattie legate all’esposizione all’amianto.
Lo stabilimento, un tempo fiore all’occhiello dell’industria elettronica italiana, è oggi simbolo di una generazione di lavoratori dimenticati, che hanno pagato con la salute le mancanze di tutele e controlli.
Lavoratori esposti all’amianto
La vicenda di M.R. rappresenta non solo una vittoria legale, ma anche una conquista simbolica: quella della dignità per i lavoratori esposti all’amianto, spesso ignorati per anni. È una storia di resistenza e di giustizia, che riaccende i riflettori sulla necessità di garantire tutela, prevenzione e risarcimenti a chi è stato colpito da malattie professionali.