L’anarchico Cospito sarà usato anche dai palestinesi?

Cospito anarchico

Ci manca solo la saldatura tra mondo anarchico e ultrà palestinesi nel nome di Alfredo Cospito.

È quanto si teme in alcuni ambienti investigativi dopo che il tribunale di sorveglianza di Roma ha detto “no” alla revoca della detenzione in regime di 41-bis.

Cospito e il mondo anarchico

Non che si voglia contestare la decisione – dicono quelle fonti – ma certo è che potrebbe crescere ulteriormente la tensione nelle piazze.

L’estremismo rosso ci sguazza e certo il mondo anarchico potrebbe riprendere la sua “battaglia” nel nome di quello che è il leader di riferimento.

Il carcere duro non è stato revocato in nome della pericolosità sociale di Cospito, ritenuto evidentemente ancora in grado di dettare le sue linee all’universo anarchico.

È elemento ancora pericoloso

Anche se la direzione nazionale antimafia aveva detto di non avere obiezioni sulla fine del 41-bis per il detenuto in questione, è netto il giudizio del magistrato competente.

Cospito “è un soggetto che ha dimostrato particolare determinazione e per questo viene rispettato dai suoi sodali. Qualsiasi strategia programmatica degli obiettivi da colpire, in un ambito associativo che propugna espressamente il metodo della lotta armata o l’avallo di azioni violente sono considerati nel suo contesto eversivo autorevoli ed insindacabili”.

Ma davvero Cospito può diventare elemento di saldatura tra le mondo anarchico e  e gli estremisti che marciano con i palestinesi? Se in carcere aveva contatti con gli appartenenti alle cosche mafiose, all’esterno la situazione “politica” è più “interessante”‘per i soliti piazzaioli.

Perché si tratta di un altro semi martire da utilizzare contro qualunque regime si possa mettere sotto accusa. Ecco perché bisogna stare davvero attenti.

Viviamo un momento di aspre tensioni internazionali e l’apertura di un nuovo fronte – che abbiamo anche vissuto nei mesi scorsi – non va sottovalutata. Le bande anarchiche hanno già dimostrato di essere pronte a tutto pur di sventolare i loro vessilli contro lo Stato. Il rischio c’è.