Anche i “guru” della sinistra contro i loro compagni: basta piagnucolare, la Meloni ha vinto e deve governare

”La sinistra è divisa e litiga anche quando deve manifestare per la pace? Sembra un episodio della commedia all’italiana”. E’ quanto dice all’Adnkronos l’attore e regista Massimo Ghini, ricordando che lui è stato uno dei fondatori del partito democratico. ”Quello che consiglierei ora alla sinistra – continua l’attore – è di fare il lavoro per cui è nata, per cui esiste e che dovrebbe saper fare meglio degli altri”. ”Ogni volta perdiamo da soli – continua Ghini -. Forse ci sarebbe da riflettere più su questo che sulle diverse anime del Pd. C’è qualche governo di sinistra che è saltato perché è stato battuto dagli altri? No, è saltato perché è stato battuto internamente. Noi (la sinistra, ndr) non perdiamo mai perché sono più forti gli altri, ma perché siamo noi che ci dividiamo e ci facciamo male da soli”.
Ridicolo, la sinistra litiga anche per chi è più pacifista
Per Ghini ”adesso la cosa più importante è mantenere il più possibile i nervi saldi – sottolinea -. Credo che l’unica mossa intelligente che possa fare in generale la sinistra e la politica italiana tutta, sia chi va al governo sia chi va all’opposizione, è quella di cercare di fare seriamente qualcosa. Perché stiamo andando incontro a un periodo buio non si può discutere anche per le manifestazioni per la pace”. Sulla Meloni futura premier italiana l’attore continua. ”Per me il fascismo è finito il 25 aprile del ’45, la democrazia è forte e adesso chi prende in mano il governo in un momento come questo ha una responsabilità enorme. Ho quattro figli e devo pensare al loro futuro, non è che posso gufare contro. Gli italiani hanno votato Fdi? Ok, ora la Meloni deve essere intelligente e deve saper costruire una squadra all’altezza di questa situazione”.

Moni Ovadia: basta piagnucolare, il Pd accetti la sconfitta
”La Meloni ha vinto perché è stata sempre all’opposizione e contro l’agenda Draghi. Adesso che giustamente pensa politicamente sta facendo la brava perché il mondo la guarda. La giudicherò in base di quello che farà”. Così Moni Ovadia all’Adnkronos sulla vittoria schiacciante di Fdi alle elezioni politiche. ”Il Pd? deve accettare la sconfitta – continua -. La Meloni ha idee contrapposte alle mie ma è stata eletta democraticamente, è in Parlamento, perché non dovrebbe governare? Non è così che si combatte un avversario politico. L’unico modo per combattere un avversario politico è quello di dimostrare che sei meglio di lui, non quello di piagnucolare”. ”Il Pd per combattere la Meloni – prosegue Ovadia – usa l’antifascismo, ma lo fa solo quando gli conviene.
La sinistra ormai ha abbandonato il popolo per abbracciare il potere
Antifascismo significa innanzitutto costruire una società di eguali come recita l’articolo 3 della Costituzione, il Pd che ha fatto? La sinistra ormai ha abbandonato il popolo per abbracciare il potere, ha abbandonato i veri valori della socialdemocrazia, ha osannato Macron che è un uomo di destra e ha avuto Renzi, il più grande nemico della sinistra del Paese, come segretario”. Per Ovadia il Pd da sempre cerca di ricompattarsi cercando un finto nemico. Accadde con Berlusconi ma poi non fece neanche una legge sul conflitto di interessi. Per essere accreditato come partito perbene il Pd ha sempre detto: ‘Noi non siamo mai stati comunisti’ ma i comunisti in Italia hanno riportato libertà e democrazia con il sangue dei partigiani.
Il Pd fa antifascismo solo perché ha perso il potere
Questo lo disse Gianfranco Rotondi nel suo sito, rispondendo a Volonté che voleva mettere nella Costituzione italiana il reato di apologia del comunismo”. ”Rotondi disse: ‘Non si può mettere il reato di apologia del comunismo, ci sono stati tanti partiti comunisti ma a noi in Italia i comunisti ci hanno riportato libertà e democrazia’ – ricorda Ovadia -. Ora il nuovo nemico è del Pd è la Meloni ma solo perché non è più al potere. Cosa gliene frega a loro del fascismo – prosegue ironico -. il Pd non ha mai fatto niente affinché in Italia si diffondesse una vera cultura antifascista”, conclude.