Anche Ispra boccia la discarica di Monte Carnevale. Doccia fredda per Raggi e Zingaretti

Ora anche l’Ispra ha messo il suo stop. Sul progetto che prevederebbe la costruzione della nuova grande discarica per Roma a Monte Carnevale. In un’area che si estende a meno di un chilometro dalla vecchia Malagrotta. E la cui individuazione ha creato più di un malcontento. Oltre alla ovvia sollevazione popolare. Ma procediamo con ordine. A fronte dell’emergenza rifiuti e di una città incredibilmente sporca, nel dicembre 2019 la Regione Lazio ha scritto alla Raggi. Invitandola ad indicare un sito dove smaltire la spazzatura. E proponendo come soluzione la ex cava sita ancora una volta nella valle Galeria. Intanto autorizzata sempre da via Cristoforo Colombo a diventare deposito per materiali inerti e non pericolosi. Sicuramente un colpo di fortuna per la società NGR proprietaria dell’area. Nell’orbita del potente numero uno della Mad di Frosinone Valter Lozza.

Ma proprio sulla scelta di Monte Carnevale la maggioranza grillina si è presto spaccata in Aula Giulio Cesare. Dove nel gennaio 2020 ben 12 consiglieri pentastellati hanno votato una mozione di Fratelli d’Italia. Che diceva chiaramente no a quella discarica. Poi sono arrivati i ricorsi dei comitati dei cittadini, al TAR e al Consiglio di Stato. E le censure della Difesa (c’è una caserma propio ai confini dell’area) e persino del confinante comune di Fiumicino. Adesso anche l’Ispra si è mossa, come riportato oggi dal quotidiano Il Tempo in un articolo firmato da Fernando Magliaro. Perché proprio sotto alla ex cava si troverebbe una falda acquifera. Con il potenziale rischio di inquinamento, nel caso in cui proprio la’ venissero sversati i rifiuti della Capitale.

Ispra, sotto la cava a Monte Carnevale c’è una falda. E la nuova discarica di Roma si allontana

Secondo quanto riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Tempo, Ispra avrebbe depositato una relazione sul sito di Monte Carnevale. Dove dovrebbe (salvo ripensamenti e ricorsi) sorgere la nuova discarica di Roma. L’autorevole elaborato sarebbe già agli atti dei vari ricorsi amministrativi pendenti sulla scelta dell’insediamento dove conferire in futuro l’immondizia della Capitale. Che adesso va in larga parte in provincia, fuori Regione e addirittura all’estero. Gravando così di costi altissimi le bollette degli incolpevoli cittadini romani. Il nuovo problema emerso sarebbe però molto serio. Perché riguarderebbe la presenza di una falda acquifera proprio sotto la cava dove oggi è autorizzato il conferimento di materiali inerti e non nocivi. La falda non sarebbe superficiale, ma sfiorerebbe quasi il fondo dell’invaso. Chiaro che in una situazione del genere, ragionare di trattare scarti organici e umidi sembra impensabile.

Vedremo come andrà a finire, ma intanto i cittadini esultano. E la nuova discarica a Roma si allontana. Mentre riprenderebbero quota vecchie ipotesi, come quella di realizzare l’impianto sull’Ardeatina in prossimità del Divino Amore. Scelta peraltro già contestata. Per il pregio delle aree e la presenza di vincoli difficilmente superabili. Un bel rebus, che chi andrà al governo di Roma dopo le elezioni della prossima primavera dovrà risolvere in fretta. Per non rischiare di essere presto sommerso dalle critiche. E dai rifiuti.

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