Anche la Lega difende Frosinone dalle fakenews di Zingaretti

Che figura la regione Lazio, per cavalcare la solita propaganda a caccia di razzisti immaginari. A Frosinone fakenews su una inesistente aggressione a studenti cinesi in questo periodo di coronavirus. E ci sono cascati come allocchi abbastanza spregiudicati il governatore Zingaretti e il presidente del Consiglio regionale Mauro Buschini.

A caccia di fakenews

I due esponenti del Pd si sono fatti ingannare da una notizia fasulla diffusa in città e non si sono nemmeno presi la briga di verificarla. Il sindaco Ottaviani li ha redarguito come meritano e con una nota è intervenuto anche il coordinatore regionale della Lega, Francesco Zicchieri (nella foto).
”Nicola Zingaretti e Mauro Buschini seguono le fake news, accostando una città meravigliosa e solidale come Frosinone al razzismo. Chiedano scusa! Zingaretti pensi a governare la Regione Lazio altrimenti torni a casa dedicandosi h24 al Pd. I cittadini del Lazio attendono risposte da anni, basta dare uno sguardo all’emergenza rifiuti della quale il PD è il primo responsabile penalizzando, in particolare, la Ciociaria e il resto delle province. Ma il governatore del Lazio pensa soltanto a rilanciare il partito, utilizzando la Regione per piazzare i trombati dem come il commissario ai Consorzi industriali
Francesco De Angelis”. 

Patetici Zingaretti e Buschini

E risultano patetiche le parole di Buschini, che si dice “felice” che la sassaiola contro i cinesi non ci sia stata. Salvo poi dire che non devono esserci polemiche per la sua infelice denuncia dell’altra sera, che ha poi tratto in inganno persino Zingaretti.

La polemica viene chiamata quando si tenta di speculare, di inventare nemici, di inseguire un razzismo che non c’è. I cittadini semmai hanno paura perché il virus rischia di provocare conseguenze e dalla politica non ci aspettiamo fakenews bensì garanzie di essere pronta a tutelare la salute delle comunità amministrate. Se invece Zingaretti e Buschini si cimentano negli slogan e’ evidente che poi la pagano.