Anco Marzio, il re che regalò a Roma il mare con Ostia e il primo ponte sul Tevere
Parlare di Anco Marzio significa parlare del momento in cui Roma smette di essere solo una città di colline e campi per trasformarsi in una vera potenza con lo sbocco sul mare. Quarto re di Roma, regnante tra il 641 e il 616 a.C., è ricordato come l’uomo che portò i Romani fino alla foce del Tevere e che pose le basi di Ostia Antica, la colonia destinata a diventare secoli dopo uno dei porti più importanti del Mediterraneo.
Anco Marzio e il suo regno
Anco era nipote di Numa Pompilio, il re pacifico e religioso, ma non fu mai solo un sacerdote o un uomo di riti. Le fonti antiche lo descrivono come un sovrano “equilibrato”: attento al culto, ma al tempo stesso determinato a espandere i confini della città.
Condusse guerre vittoriose contro i Latini ed estese il controllo di Roma con nuove popolazioni insediate soprattutto sull’Aventino. Consolidò il potere anche oltre il Tevere, fortificando il Gianicolo e creando così la prima difesa a ovest della città. A lui la tradizione attribuisce anche la costruzione del Ponte Sublicio, il primo ponte in legno che collegava le due sponde vicino all’Isola Tiberina.
Ostia Antica: quanto c’è di vero nella fondazione di Anco Marzio
Secondo Tito Livio e Dionigi di Alicarnasso, Anco fondò Ostia e avviò le saline che divennero presto una risorsa fondamentale per Roma. Il sale non era solo un bene economico: serviva a conservare i cibi e aveva un forte valore simbolico, tanto che da esso derivò anche la parola salario.
Gli scavi archeologici hanno confermato che alla foce del Tevere esistevano insediamenti già nel VII secolo a.C., proprio nell’epoca del re. Non si trattava ancora della città monumentale che vediamo oggi, ma di un avamposto commerciale e militare, con magazzini, aree di lavorazione del sale e approdi rudimentali. In sostanza, il racconto antico non è inventato: Anco Marzio non fondò una città compiuta, ma istituì la prima colonia romana sul mare.
L’eredità di Anco Marzio: dal ponte sul Tevere al porto di Roma
Il lascito del quarto re di Roma è chiaro: grazie a lui, la città non restò chiusa tra colli e campi, ma divenne una realtà capace di controllare il commercio e le rotte fluviali fino al Tirreno. Ostia rimase nei secoli la porta sul mare, mentre il Ponte Sublicio e le fortificazioni sul Gianicolo segnarono la volontà di Roma di difendere e sfruttare la sua nuova posizione strategica.
Se Romolo è l’eroe della fondazione, Numa l’uomo della religione e Tullo il re guerriero, Anco Marzio è colui che ha portato il sale, il mare e il ponte. Un sovrano meno leggendario di altri, ma forse proprio per questo ancora più concreto nella memoria della città.