Ancora in piena emergenza: la pandemia infuria, 19mila contagi e 280 morti

pandemia infuria (2)

La pandemia non sembra dare tregua. Sono 18.916 i nuovi casi di Coronavirus in Italia (erano 20.499 ieri) secondo i dati del Ministero della Salute, consultabili sul sito della Protezione civile. Sono 323.047 i tamponi effettuati (ieri erano 325.404) con l’indice di positività che scende al 5,8% (ieri era al 6,3%). Nelle ultime 24 ore si registrano altri 280 morti, in aumento rispetto ai 253 di ieri, che portano il totale delle vittime a 97.507 da inizio pandemia. Continuano a salire i ricoveri in terapia intensiva dove al momento ci sono 2.216 ricoverate (+22). I guariti sono in totale 2.398.352 (+11.320) mentre gli attualmente positivi sono 411.966 (+7.302).

La pandemia morde anche nel Lazio

“Oggi nel Lazio, su oltre 11mila tamponi (-3.424) e quasi 21mila antigenici per un totale di oltre 32mila test, si registrano 1.347 casi positivi (-192), 20 decessi (+1) e +1.096 guariti. Aumentano i decessi, mentre diminuiscono i casi, i ricoveri e le terapie intensive. Il rapporto tra positivi e tamponi è a 11%, ma se consideriamo anche gli antigenici la percentuale è al 4%. I casi a Roma città sono a quota 500”. Lo riferisce l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato. Nelle province si registrano 457 casi e sono 5 i decessi nelle ultime 24 ore. Nel Lazio sono 35.664 i casi attualmente positivi, di cui 1.814 ricoverati, 216 in terapia intensiva e 33.634 in isolamento domiciliare. Dall’inizio dell’epidemia i guariti sono in totale 191.352, i decessi 5.871 e il totale dei casi esaminati è pari a 232.887.

Le mascherine risultano fondamentali

Ha cancellato i sorrisi dal volto delle persone, ma il sacrificio di indossarla non è stato vano. Dalla matematica arriva un nuovo assist all’uso della mascherina. Il ‘laboratorio a cielo aperto’ è l’Italia nella prima ondata di Covid-19. Secondo i modelli matematici realizzati da un team di scienziati italiani, proprio queste protezioni hanno svolto un ruolo cruciale nel ridurre la diffusione di Sars-CoV-2 nella prima metà del 2020. Con buona pace dei ‘no-mask’, che ancora periodicamente scendono in piazza, gli esperti hanno dimostrato che, durante la primavera, le mascherine potrebbero aver ridotto anche di 30mila casi il bilancio ufficiale di contagi Covid nel Paese.

Una ricerca dell’università di Padova

I risultati di questo studio condotto da ricercatori dell’università degli Studi di Padova sono pubblicati sulla rivista Infectious Diseases e suggeriscono che le decisioni pubbliche sull’utilizzo delle mascherine hanno importanti implicazioni per la salute pubblica. “Abbiamo trovato un’eccellente corrispondenza tra il lockdown nazionale e il picco dell’epidemia alla fine di marzo 2020, che suggerisce che questa misura è il fattore principale per fermare la diffusione del virus”, spiega l’autore principale del lavoro, Morten Gram Pedersen. “Sorprendentemente, però, abbiamo identificato in alcune Regioni ulteriori cali nella trasmissione virale a metà aprile 2020, che corrispondevano bene a due misure: la fornitura gratuita di mascherine e l’obbligo di utilizzo. Non abbiamo visto questa stessa riduzione in luoghi che non hanno introdotto ulteriori interventi locali” di questo tipo nello stesso periodo.