Andremo dai congiunti ma dovranno essere vivi. Cimiteri vietati in fase 2

Nelle regole più o meno cervellotiche che si inseguono ogni settimana una cosa l’abbiamo capita. Dal 4 maggio sarà possibile andare a trovare i congiunti, concetto esteso anche agli amici e agli affetti più cari. Ovviamente con la nostra brava mascherina ed evitando gli assembramenti domestici. E verrebbe istintivo chiedersi se ci manderanno anche dei droni dentro casa, con una voce gracchiante che ci avvisa, lei è troppo vicina al suo fidanzato. O se varrà anche per le visite dei bambini ai nonni, specie ora che molte mamme ricominceranno a lavorare. Dubbi e incertezze legate alle fase 2, che evidentemente le centinaia di tecnici delle task force governative non sono ancora riusciti a chiarire. Invece gli scienziati (detto senza ironia, sia chiaro) che supportano il governo in questa fase delicata devono avere qualche conto in sospeso con l’aldilà. Perché c’è quel limite assurdo delle 15 persone in Chiesa per celebrare il funerale dei propri cari, che proprio non riusciamo a capire. Su un autobus di 40 metri quadri si potrà viaggiare in sedici, mentre per una cerimonia funebre a San Pietro o a San Paolo con spazi sconfinati dovrà essere tutto vuoto. Stessa sorte per i cimiteri, che rimarranno chiusi. Eppure in questi luoghi per la loro stessa natura non ricordiamo pericolosi assembramenti in passato. Mistero, ma cittadini e operatori del settore sono sul piede di guerra.

Fateci almeno pregare i nostri congiunti. Chiese e cimiteri ancora chiusi in fase due

Fateci almeno pregare. Questa è la richiesta accorata che si leva verso il premier Giuseppe Comte e il governo da tante famiglie italiane. Perché i luoghi di culto rimarranno off limits anche in fase due, almeno per ora. Numeri contingentati e strettissimi di parenti ai funerali, e divieto assoluto di recarsi nei cimiteri. Così cittadini ed operatori del settore insorgono, anche se ovviamente con motivazioni diverse. Come riporta un articolo di ieri sul quotidiano romano Il Tempo. La signora Fiorenza ha perso la mamma il 9 marzo, e dal 24 dello scorso mese aspetta di poter metterne a dimora le ceneri. La cosa mi turba, spiega la signora alla giornalista del Tempo Francesca Musacchio.  Non capisco perché le ceneri non possano essere depositate nella tomba. Non è così difficile, basta spostare una pietra. In effetti quella di lasciare chiusi i cimiteri è una scelta talmente assurda che viene il dubbio sia stata presa per qualche altro motivo. Per esempio nascondere realtà inconfessabili su quanto avvenuto nei giorni convulsi della massima emergenza. Speriamo davvero non sia così, perché il solo pensiero ci fa rabbrividire.

Lettera aperta di fiorai e marmisti alla Raggi. Riaprono i parchi pubblici, perché i cimiteri no? La gente ha diritto di portare un fiore ai propri cari

Il comitato cimiteri Flaminio, Prima Porta, Verano e Laurentino ha scritto una lettera alla sindaca di Roma Virginia Raggi chiedendo aiuto. Fiorai, marmisti e aziende edili sono fermi per le restrizioni imposte dal coronavirus. Un indotto in crisi che riguarda migliaia di persone. Sono state settimane durissime e interminabili per tutti, spiega la portavoce del comitato Valeria Campana. Per chi ha perso qualcuno da poco e vorrebbe dedicare del tempo e una preghiera, in silenzio. Ma anche per noi operatori, perché a questo punto sembra che saremo tra gli ultimi  riprendere a lavorare. E non capiamo perché. Soltanto a Prima Porta ci sono quarantuno banchi di fiorai, senza considerare tutto il resto. E così oltre al dolore dei congiunti si unisce la difficoltà economica di centinaia di famiglie. Confidiamo in un riscontro positivo dal Campidoglio, conclude Valeria Campana. Per restituire un po’ di pace al cuore di tanti in un momento così difficile.

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