Angelo Duro indagato per evasione fiscale: nel mirino della Procura di Roma una presunta frode da 150.000 euro

Il noto comico palermitano Angelo Duro è finito al centro di un’indagine condotta dalla Procura di Roma, con l’ipotesi di una evasione fiscale che si aggirerebbe intorno ai 150.000 euro, riferita all’anno d’imposta 2023. L’inchiesta è partita dopo un controllo fiscale che ha messo in luce possibili anomalie nella gestione tributaria dell’artista.
Meccanismo fiscale sotto accusa: società al posto del regime ordinario per pagare meno tasse
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, Angelo Duro avrebbe inizialmente operato come libero professionista sfruttando il regime forfettario, una formula agevolata pensata per i piccoli contribuenti con ricavi sotto una certa soglia. Tuttavia, una volta superato il limite massimo consentito per mantenere tale regime, invece di transitare al regime ordinario, più oneroso dal punto di vista fiscale, avrebbe costituito una società.

Questa nuova struttura giuridica avrebbe continuato a incassare i compensi dell’artista, consentendo l’applicazione dell’IRES (Imposta sul Reddito delle Società) al posto dell’IRPEF, che grava sulle persone fisiche. Secondo l’accusa, la società in questione non avrebbe avuto una reale autonomia operativa, ma sarebbe stata creata esclusivamente per ottenere un vantaggio fiscale indebito, generando così un risparmio illecito stimato in 150.000 euro.
La linea difensiva di Angelo Duro: scelta legittima e nessuna volontà fraudolenta
L’entourage legale di Angelo Duro respinge con fermezza le accuse. I legali affermano che la costituzione della società rientrava in una strategia di gestione fiscale perfettamente lecita, utilizzata legittimamente da numerosi professionisti. Non vi sarebbe, secondo la difesa, alcun intento elusivo o fraudolento.
Attualmente, l’indagine è formalmente a carico di ignoti, ma le autorità stanno verificando se il comportamento dell’attore possa configurare una vera e propria frode o, al contrario, si tratti di una gestione fiscale discutibile ma non penalmente rilevante. I magistrati dovranno accertare se la società sia stata solo una “scatola vuota” o se abbia effettivamente operato in autonomia. Gli sviluppi sono attesi nei prossimi mesi.