Oltre il ridicolo c’è l’Anpi, persino col Covid. Il signore immortalato nella foto è un anziano pugliese che si è presentato alla vaccinazione contro il Covid, a Bari, con tanto di fazzoletto dell’associazione partigiani.
E il Corriere della Sera, tutto contento, ha sparato la straordinaria notizia sul proprio sito web, quasi che una fotografia rappresenti la veridicità dell’efficacia del farmaco. E poi via via Repubblica e compagnia cantante…
Che c’entra l’Anpi col Covid?
Il tizio in questione si chiama Michele Mancini, è del 1930, e ha spiegato il motivo della sua ideona: a 91 anni suonati ha raccontato di come si trovò a combattere il suo primo nemico, i tedeschi, e di come oggi il suo nemico sia il Coronavirus. “Mancini – si è affrettata a far sapere l’Asl di Bari in una nota, accompagnata dalle foto dell’uomo – aveva la forza della gioventù e degli ideali. Oggi ha la saggezza e il vaccino. Ma sempre dalla stessa parte: quella della libertà e della vita, con indosso lo stesso Tricolore di 68 anni fa”.
C’è un dettaglio, però. Nel 1943, quando la Puglia fu “liberata”, don Michele aveva appena 13 anni e con tutta la fantasia possibile riesce difficile immaginarlo come un eroe teso a combattere il nemico armi in pugno. Dicono che in quel ‘43 lanciava bombe a mano…
Per carità, massimo rispetto per l’età, ma a farci una pessima figura è stata proprio la Asl, che si è messa a strumentalizzare un anziano signore. Come se quel fazzoletto possa rappresentare un saltafila, quando basta l’età.
Propaganda sulla pandemia
È in realtà uno dei tanti episodi che rischiano di gettare nel ridicolo la lotta alla pandemia, come se davvero si possa trattarla come tra rossi e neri. E poi, vorremmo chiedere al nostro eroe, in quell’epoca, tra Italia e Cina, chi avrebbe scelto questo rappresentante d’oggi dell’associazione partigiani.
Mischiare Anpi e Covid è davvero insensato e nuoce persino a quella che pare ogni giorno la loro missione antifascista. Ma almeno non ridicolizzino persino se stessi. Tutto qui.