Anzio, concessione accorciata di 10 anni: il famoso stabilimento trascina il Comune in Tribunale

Anzio, il litorale, foto Google Maps

Contenuti dell'articolo

Ad Anzio si consuma uno scontro di proporzioni titaniche tra un celebre stabilimento balneare, il J. L., e l’amministrazione comunale. Al centro della battaglia giudiziaria, una decisione che ha lasciato litorale e operatori turistici con il fiato sospeso: la riduzione della durata della concessione demaniale. Un taglio drastico, dieci anni in meno rispetto all’estensione originariamente fissata al 2033. Una frattura profonda, che ha trasformato la spiaggia più rinomata della città in un’aula di Tribunale, con conseguenze potenzialmente dirompenti per tutto il settore turistico-costiero.

La proroga fantasma

La storia affonda le radici nel 2020, quando un atto comunale aveva apparentemente garantito al J. L. la prosecuzione del rapporto concessorio fino al 31 dicembre 2033. Una sicurezza che il titolare, M. C., riteneva ormai acquisita e inattaccabile. Ma quella proroga, secondo i giudici, non era che un atto meramente ricognitivo di una legge nazionale in contrasto con il diritto europeo. Un’illusione giuridica, una proroga “fantasma”, incapace di produrre effetti concreti. Così il miraggio dei quindici anni di serenità si è dissolto, lasciando spazio all’incertezza più destabilizzante.

La linea dura dei giudici

Il Tribunale Amministrativo ha respinto senza esitazioni le doglianze del ricorrente – supportato da una ampia rete di colleghi – nei giorni scorsi. Ovviamente, resta salvo il diritto per il concessionario di ricorrere in Consiglio di Stato, secondo e ultimo grado della giustizia Amministrativa, contro tale sentenza. In ogni caso, la decisione del Tar del Lazio ribadisce con forza un principio già espresso in precedenti pronunce europee: le proroghe automatiche delle concessioni balneari violano le regole comunitarie sulla libera concorrenza. Non un dettaglio tecnico, ma un caposaldo dell’ordinamento che non può essere ignorato. Da qui la necessità di disapplicare le norme nazionali che allungavano i rapporti in essere, riportando la scadenza del titolo a una data ben più ravvicinata. Una scelta che, di fatto, spazza via anni di certezze consolidate e ribadisce l’obbligo inderogabile delle gare pubbliche.

Una battaglia persa in partenza

Le motivazioni addotte dal J. L. si sono infrante contro il muro delle regole comunitarie. Né l’invocazione della buona fede, né il richiamo a precedenti giudicati, né la richiesta di sollevare dubbi di legittimità costituzionale hanno convinto i magistrati. Per il Tar, la proroga del 2020 è stata “tamquam non esset”, ossia inesistente sul piano sostanziale. La conseguenza è una sola: l’amministrazione comunale non ha annullato nulla, ma ha semplicemente applicato il diritto europeo, obbligata a superare una legge nazionale non più compatibile. Un verdetto netto, che riduce ogni pretesa a un fragile castello di sabbia.

L’onda lunga sull’intero settore

La sentenza non riguarda soltanto il J. L., ma rappresenta un precedente destinato a scuotere l’intero comparto balneare. Le concessioni demaniali, per decenni considerate patrimonio intoccabile delle famiglie che hanno costruito la tradizione turistica italiana, si trovano oggi sospese su un filo sottilissimo. La prospettiva di gare pubbliche obbligatorie, calate su stabilimenti storici, genera ansie e tensioni in tutte le località costiere. Ad Anzio, il caso ha assunto contorni simbolici: ciò che accade al J. L. diventa cartina di tornasole per l’intero litorale laziale e, più in generale, per la politica balneare del Paese.

La scadenza ridotta e l’attesa delle gare

Alla luce della decisione, la concessione del J. L. non arriverà più al 2033. Prima accorciata al 2023, poi al 2024, la scadenza definitiva si è stabilizzata al 30 settembre 2027, nelle more delle nuove procedure di affidamento. Una data che sembra lontana, ma che in realtà incombe come una spada di Damocle. I concessionari dovranno confrontarsi con bandi pubblici e regole di mercato, perdendo quell’alone di stabilità che per decenni ha garantito continuità alle imprese familiari. Il Tribunale ha tracciato un solco irreversibile: la stagione delle proroghe automatiche è ormai finita.

Un braccio di ferro destinato a continuare

Se da un lato il Comune di Anzio può rivendicare la piena conformità della sua azione al diritto europeo, dall’altro il J. L. esce da questa battaglia con un titolo dimezzato e un futuro da riscrivere. È probabile che la contesa non si fermi qui e approdi ai gradi successivi della giustizia amministrativa. Intanto, la vicenda si carica di un valore politico ed economico enorme, intrecciandosi con il dibattito nazionale sulla riforma delle concessioni demaniali. La spiaggia di Anzio diventa così il palcoscenico di uno scontro epocale: la difesa delle tradizioni contro l’avanzata delle regole comunitarie.