Anzio, rottweiler aggredisce due bimbi di 8 e 10 anni: trasportati in eliambulanza in codice rosso

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Un pomeriggio di gioco si è trasformato in tragedia sfiorata a Lavinio, località balneare nel Comune di Anzio. Due fratellini di 8 e 10 anni sono stati aggrediti da un rottweiler mentre si trovavano nel giardino della nonna. Il cane, registrato con microchip, sarebbe riuscito a superare una recinzione prima di scagliarsi con violenza sui due bambini, ferendoli gravemente.

Anzio, i soccorsi e il trasporto d’urgenza all’ospedale

L’allarme è scattato immediatamente. I familiari, sotto shock, hanno allertato il 112. Sul posto è intervenuta tempestivamente una eliambulanza, atterrata a poca distanza dalla casa. I sanitari del 118 hanno riscontrato ferite multiple su entrambi i bambini, tali da rendere necessario il trasporto d’urgenza in codice rosso presso due diversi ospedali della Capitale.

Indagini dei carabinieri di Anzio

Sul luogo dell’aggressione sono arrivati anche i carabinieri della compagnia di Anzio, incaricati di ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto. Secondo le prime ipotesi, il rottweiler potrebbe essere sfuggito momentaneamente al controllo del proprietario.

Il destino del cane di Anzio

Il rottweiler, protagonista dell’aggressione, è stato immediatamente sequestrato e affidato ai veterinari della ASL competente. Il cane verrà sottoposto a controlli sanitari e comportamentali, come previsto in casi di aggressione.

I risultati degli accertamenti serviranno a stabilire se l’animale possa rappresentare un pericolo per la collettività e se dovrà essere sottoposto a misure restrittive o, nei casi più estremi, abbattuto. Intanto, resta lo choc all’interno della famiglia, divisa tra il dolore per i bambini e lo sgomento per l’imprevedibile reazione del cane, fino ad allora ritenuto affidabile.

Un tema irrisolto: sicurezza e animali domestici

Il caso riaccende il dibattito sulla sicurezza nella gestione dei cani di grossa taglia, soprattutto quando vivono a stretto contatto con bambini. La normativa italiana prevede l’obbligo di microchip e registrazione, ma non esistono liste ufficiali di razze considerate pericolose.

La responsabilità della custodia resta interamente in capo al proprietario, che deve garantire l’incolumità di terzi. Episodi come quello di Lavinio sollevano interrogativi urgenti sull’efficacia dei controlli, sull’adeguatezza delle recinzioni domestiche e sulla necessità di una maggiore consapevolezza da parte di chi possiede animali potenzialmente pericolosi.