Api ad alto rischio: avremo una primavera senza miele?

Nel Lazio ci sono quasi 1500 apicoltori, che sono parte di una filiera produttiva importante. Miele, ma non solo. La situazione degli apicoltori purtroppo difficile della situazione delle api e di conseguenza degli apicoltori sta attraversando un momento critico. Come hanno notati gli operatori del settore negli ultimi mesi. Come denuncia uno studio di una startup fondata da Niccolò Calandri e Riccardo Balzaretti, ‘lLe realtà apistiche locali sono in sofferenza. Il grido di allarme è unanime a causa dei cambiamenti climatici e dell’utilizzo massiccio di pesticidi in agricoltura. I fiori hanno meno nettare e quindi le api, che non hanno nutrimento a sufficienza, muoiono sempre più numerose.
La sofferenza delle api danneggia l’ambiente
Questo – proseguono – significa un grave danno anche per la salute dell’ambiente dato che questi insetti impollinatori mantengono la biodiversità ambientale e sono responsabili dell’80% del cibo sulle nostre tavole”. L’impiego massiccio di insetticidi e pesticidi hanno impatti negativi sulle capacità riproduttive, cognitive e di memorizzazione delle api. Le quali oltretutto faticano a trovare il nutrimento a causa dell’impoverimento degli habitat naturali dovuto alle pratiche di agricoltura intensiva e ai cambiamenti climatici. Proprio questi ultimi stanno impattano negativamente sulla salute delle api. In Italia ci sono 50 miliardi di api e 1,5 milioni di alveari che continuano a risentire delle variazioni del clima.

Apicoltore, un mestiere sempre più difficile
C’è poi il discorso del mestiere dell’apicoltore oggi, che risente anch’esso dei cambiamenti climatici e gode di scarse garanzie legislative. Secondo i dati della Fai (Federazione apicoltori italiani),il comparto delle api ha un valore ecosistemico di 150 miliardi di euro. Il nostro Paese è il quinto per la produzione di miele secondo la Commissione Europea. ”Dalle testimonianze raccolte dai vari apicoltori che abbiamo incontrato, è emerso che quest’anno è stato prodotto dal 30% al 90% di miele in meno rispetto al 2019 che già era stata un’annata particolarmente critica. Gli apicoltori, inoltre, pur svolgendo un’attività di interesse nazionale per il mantenimento della biodiversità, hanno scarse garanzie a tutela del loro lavoro e oltretutto sono fortemente minacciati dalla concorrenza del miele di importazione” aggiunge Niccolò Calandri.
Il miele italiano danneggiato dall’import
E proprio la promozione del miele artigianale italiano, prodotto da realtà apistiche locali, è una delle azioni che possono contribuire a dare respiro a questa attività in sofferenza. ”In Italia ci sono oltre 50 varietà di miele unifloreale e migliaia multifloreale, molto diversificate regione per regione, ognuna con le sue caratteristiche peculiari dettate dal clima e dalla conformazione geografica. Buone pratiche alla portata di tutti sono la creazione di un giardino o di un balcone accogliente per le api. Prediligendo le specie di fiori e piante più ricche di nutrimento per questi insetti, oppure supportare progetti virtuosi come la realizzazione di “corridoi per le api”, specie nei luoghi dove è il cemento a farla da padrone.