Ardea, amplia la villa e ‘aggiunge’ terrazzo, garage, rustico e triplo magazzino: stangata del Comune
Ad Ardea, in un’area classificata come agricola dal Piano Regolatore, è stata individuata una serie di ampliamenti edilizi privi di qualsiasi autorizzazione. Il Comune ha emesso un’ordinanza di demolizione che rappresenta una delle più significative degli ultimi mesi, sia per quantità delle opere contestate sia per la procedura attivata. L’intervento amministrativo punta a ristabilire il corretto equilibrio urbanistico in una porzione di territorio spesso soggetta a trasformazioni non consentite.
Ardea, un sopralluogo congiunto che ha fatto emergere l’abuso
La vicenda nasce da un sopralluogo effettuato nel 2025 da Polizia Locale, Carabinieri e tecnico comunale, che hanno verificato l’esistenza di numerose strutture realizzate in aderenza a un edificio preesistente, un tempo regolarmente autorizzato. Dai rilievi è emerso che nel tempo erano stati costruiti un garage, un balcone ampliato, un rustico con cucina e bagno e addirittura tre distinti magazzini, tutti privi di titolo edilizio. Una vera e propria espansione dell’immobile originario, incompatibile con la natura agricola dell’area.
Un quadro urbanistico chiaro: area agricola, zero ampliamenti
Secondo il Piano Regolatore Generale di Ardea, la zona interessata è classificata come “E – Agricolo”, soggetta a regole molto restrittive. Qui gli interventi edilizi sono ammissibili solo se strettamente connessi all’attività agricola o comunque regolati da procedure autorizzative specifiche. In questo caso, non solo mancavano i titoli abilitativi, ma le opere risultavano completamente avulse dalla destinazione funzionale del terreno. Il Comune, pertanto, non aveva alcun margine discrezionale: la legge impone l’adozione delle sanzioni previste in caso di abusi di questa entità.
Il peso dell’art. 31 del Testo Unico dell’Edilizia su Ardea
L’ordinanza richiama il noto articolo 31 del D.P.R. 380/2001, che disciplina gli interventi realizzati in assenza di permesso di costruire. La norma stabilisce che, una volta accertato l’abuso, l’amministrazione è obbligata a ingiungere la demolizione e il ripristino dello stato dei luoghi. In caso di mancata esecuzione entro 90 giorni, l’immobile e tutta l’area di sedime possono essere acquisiti gratuitamente al patrimonio comunale. Si tratta di uno degli strumenti più incisivi previsti dal legislatore per tutelare il territorio e scoraggiare pratiche speculative.
Demolizione obbligatoria entro 90 giorni o scatta l’acquisizione
L’ordinanza dispone che, entro tre mesi dalla notifica, il detentore dell’immobile dovrà provvedere alla rimozione completa di tutte le opere irregolari. Il termine è perentorio: trascorso inutilmente, il Comune potrà eseguire la demolizione d’ufficio e addebitare i costi al responsabile. Inoltre, una volta accertata l’inottemperanza, scatterà l’acquisizione automatica dell’area, un passaggio che comporta la perdita della proprietà e l’immissione in possesso da parte dell’ente pubblico. Un effetto che nei casi più gravi può coinvolgere fino a dieci volte la superficie abusivamente costruita.
Perché questa ingiunzione è rilevante per i cittadini di Ardea
Il provvedimento ha un valore che va oltre il singolo caso: rappresenta un monito chiaro contro l’abusivismo edilizio, fenomeno storicamente diffuso sul litorale sud di Roma. La crescita di costruzioni non autorizzate incide sulla sicurezza, sull’ambiente e sulla vivibilità delle aree periferiche, oltre a gravare sulla rete infrastrutturale e sui servizi pubblici. L’intervento repressivo del Comune di Ardea richiama la centralità delle regole urbanistiche, indispensabili per garantire sviluppo ordinato, tutela paesaggistica e rispetto delle destinazioni territoriali.
Ricorsi possibili ma tempistiche rigide
Come previsto dalla normativa, l’ordinanza può essere impugnata dinanzi al TAR del Lazio entro 60 giorni oppure tramite ricorso straordinario al Presidente della Repubblica entro 120 giorni. Questi strumenti non sospendono automaticamente l’efficacia dell’ingiunzione, salvo specifico provvedimento del giudice amministrativo. In assenza di sospensiva, la demolizione resta un obbligo e il termine dei 90 giorni continua a decorrere.
Una decisione che segna una linea netta
La demolizione ordinata ad Ardea rientra in una più ampia strategia di controllo del territorio messa in campo dall’amministrazione per arginare il degrado urbanistico e restituire legalità alle zone più esposte. L’ampiezza delle opere abusive contestate dimostra quanto sia necessario un monitoraggio costante e quanto sia importante per i cittadini affidarsi sempre a tecnici qualificati e a procedure regolari. Le regole urbanistiche non sono un ostacolo, ma uno strumento per tutelare il territorio e assicurare che il suo sviluppo sia sostenibile e rispettoso dell’interesse collettivo.