Ardea, azienda agricola interrava rifiuti speciali: denunciato il titolare (FOTO)

Ardea, una campagna verde che nascondeva un segreto oscuro. È quanto hanno scoperto i militari del NIPAAF, reparto specializzato dei Carabinieri Forestali di Latina, durante un servizio mirato contro l’inquinamento ambientale. In un’azienda agricola al confine tra le province di Roma e Latina, nel cuore di Ardea, era in corso un tentativo di smaltimento illecito di rifiuti speciali. Non semplici residui agricoli, ma veri e propri scarti industriali, accumulati lontano da occhi indiscreti e pronti a essere sotterrati.
Rifiuti travestiti da colture
I militari hanno individuato un cumulo di TNT – tessuto non tessuto, materiale plastico usato in agricoltura per proteggere le colture – ammassato in una depressione naturale del terreno. Non un semplice stoccaggio temporaneo, ma un tentativo di occultamento, celato da vegetazione alta e folta. Accanto al mucchio, un escavatore già al lavoro, segno evidente di un’operazione pianificata e tutt’altro che improvvisata.

Una discarica nascosta tra i campi
La buca scavata nel terreno, secondo gli investigatori, era pronta ad accogliere i rifiuti. Un gesto di ordinaria illegalità, che avrebbe trasformato un’area agricola in una discarica clandestina, con effetti devastanti sull’ambiente. Il terreno contaminato avrebbe potuto compromettere le coltivazioni, l’acqua di falda e persino la salute dei cittadini. Il tutto in un’area strategica, posta proprio a ridosso del confine con Aprilia, località La Cogna.
Il sequestro dell’area
I carabinieri forestali hanno interrotto l’operazione sul nascere, sequestrando l’appezzamento di circa 110 metri quadrati. Un pezzo di terra che, sotto le apparenze rurali, stava per diventare un ricettacolo di rifiuti tossici. Con la messa sotto vincolo dell’area si è evitato un danno ambientale di dimensioni potenzialmente incalcolabili.
Il titolare finisce sotto inchiesta
Il titolare dell’azienda agricola è stato deferito alla Procura della Repubblica di Velletri. L’accusa: gestione illecita di rifiuti speciali. Un reato che non solo mina la fiducia nella filiera agricola, ma mette in discussione la tutela stessa dei territori rurali, già stretti tra speculazioni edilizie e abusi ambientali. Il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari e, come stabilisce la legge, per l’indagato vige il principio di innocenza fino a sentenza definitiva.
Il fenomeno dell’inquinamento agricolo
Il caso di Ardea non è un episodio isolato. Negli ultimi anni sono aumentati i controlli delle autorità competenti, spesso costrette a fronteggiare una gestione criminale dei rifiuti che sfrutta proprio le campagne come terreno di occultamento. Il TNT, in particolare, è un materiale di difficile smaltimento e dal forte impatto ambientale. Se bruciato sprigiona sostanze tossiche, se sotterrato contamina il terreno. Non a caso la normativa italiana lo considera un rifiuto speciale, da trattare con procedure rigorose.
Campagne in pericolo
La vicenda getta un’ombra sinistra sulle campagne del litorale laziale, già funestate da inquinamento delle acque, abusivismo edilizio e discariche abusive. Ardea, città dalla doppia anima agricola e residenziale, si trova al centro di un paradosso: da un lato la vocazione rurale, dall’altro la tentazione di trasformare i campi in cimiteri chimici. Un quadro che mette a rischio la qualità delle produzioni agricole e la stessa immagine del territorio.
La risposta dello Stato
Il sequestro dell’area e la denuncia del titolare rappresentano un segnale forte della presenza delle istituzioni sul territorio. Una linea dura che mira a colpire le condotte più gravi e a scoraggiare chi, per risparmiare sui costi di smaltimento, preferisce devastare l’ambiente. La vicenda di Ardea diventa così simbolo di una battaglia più ampia: quella per difendere le campagne dall’assalto dei rifiuti e riaffermare il diritto dei cittadini a un territorio sano e tutelato.
