Ardea ‘congela’ la Bolkestein: stabilimenti, ristoranti e bar pubblici sul mare restano ai ‘vecchi’ concessionari

Ardea,il litorale di San Lorenzo, foto Google Maps

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Ardeacongela‘ la Bolkestein: stabilimenti, ristoranti e bar pubblici sul mare restano ai ‘vecchiconcessionari. Il 4 giugno la Giunta comunale di Ardea guidata dal primo cittadino Maurizio Cremonini ha approvato una delibera che di fatto ‘congela‘ l’applicazione della Direttiva Bolkestein sulle concessioni demaniali marittime fino al 30 settembre 2027. Una scelta che segna quella che appare come una frattura tra la normativa europea e le scelte amministrative locali, e che mantiene nelle mani degli attuali concessionari stabilimenti balneari, bar e ristoranti pubblici sul litorale.

Nonostante le sentenze del Consiglio di Stato e i richiami dell’Unione Europea, il Comune opta per la continuità, evitando lo sgombero a breve-medio termine delle strutture in concessione. In nome della tutela dei servizi pubblici, la delibera sancisce che i titolari attuali restano operativi almeno fino all’affidamento delle aree tramite future gare pubbliche. A differenza di quello che sta accadendo in altri comuni, tra i quali RomaOstia (a guida PD) o in altre località lacuali: lago di Albano, lago di Bracciano, etc.

Ardea ‘congela’ la Bolkestein: i vincoli europei e la risposta rutula

La Direttiva 2006/123/CE dell’UE, nota come Direttiva Bolkestein, e l’articolo 49 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea impongono l’obbligo di bandire gare pubbliche per l’assegnazione delle concessioni su beni demaniali. Ma l’Italia, da anni, proroga le concessioni esistenti, ‘sfidando’ l’Europa su un terreno minato.

Il Consiglio di Stato, con le sentenze n. 17 e 18 del 2021, ha dichiarato le proroghe automatiche contrarie al diritto europeo, intimando a Comuni e autorità di bandire gare nel rispetto di imparzialità e trasparenza. Nonostante ciò, il governo italiano, con il decreto-legge n. 131 del 16 settembre 2024, convertito in legge il 14 novembre 2024 (legge n. 166), ha esteso la validità delle concessioni fino al 30 settembre 2027.

Ardea blocca i cambi fino al 30 settembre 2027: niente gare fino a nuova organizzazione?

La Giunta di Ardea giustifica la sua posizione con motivazioni concrete: carenze di personale e complessità procedurali rendono impossibile, per ora, l’avvio delle gare pubbliche. L’Area tecnica comunale non è in grado di gestire i carichi di lavoro necessari all’istruttoria per i nuovi bandi?

Nonostante il supporto esterno già attivo dal luglio 2023 con una società incaricata della gestione del demanio, la predisposizione dei bandi richiede competenze altamente specialistiche e multidisciplinari. Per questo, l’amministrazione decide di ricorrere a ulteriori supporti tecnico-specialistici esterni per garantire la correttezza del processo futuro.

Per il momento, le aree in concessione non saranno liberate. I concessionari resteranno al loro posto almeno fino all’avvicendamento effettivo con eventuali nuovi assegnatari.

Dietro lo stop, la paura del vuoto amministrativo? Ad Ardea non piace la Bolkestein

Nel vuoto tra l’obbligo europeo di evidenza pubblica e l’impossibilità materiale di bandire le gare, Ardea decide di non fermare le attività balneari. Il rischio, evidenziato dalla stessa amministrazione, è la paralisi dei servizi pubblici estivi, la chiusura di ristoranti e bar, e il degrado delle infrastrutture. Una situazione che, secondo la Giunta, va evitata a ogni costo.

Così, nel rispetto formale della normativa nazionale, ma forse in apparente contrasto con la disciplina comunitaria, la delibera mantiene attivi i rapporti con i concessionari ‘storici’. Il Comune prevede che l’avvicendamento con i nuovi gestori avverrà solo quando saranno concluse le gare pubbliche, la cui data d’inizio è ancora un punto interrogativo.

Sfida aperta con le regole di Bruxelles

La Commissione Europea, già nel parere motivato del 16 novembre 2023, aveva contestato all’Italia le proroghe generalizzate come illegittime. Il Comune di Ardea, con la delibera n. 131 del 04/06/2025, sfida apertamente questo parere, rischiando possibili infrazioni a livello sovranazionale.

Nel frattempo, il caso Ardea si aggiunge all’elenco di Comuni italiani che continuano a rimandare l’obbligo delle gare. Si profila uno scontro istituzionale sempre più marcato tra gli enti locali, lo Stato italiano e le istituzioni europee. Ardea ha scelto da che parte stare. Almeno per i prossimi tre anni.

Ardea, veduta del litorale dall’alto, foto Google Maps