Ardea, da ex porcilaia a nuovo maxi canile, il Comune avvia il progetto: ecco i dettagli

Un porcile come quello di Ardea, foto generic

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Un tempo ricovero per suini, presto rifugio per cani abbandonati. Il Comune di Ardea ha autorizzato la riconversione di un vecchio fabbricato agricolo, un’ex porcilaia situata in via del Fosso dell’Acqua Buona, in un moderno canile. L’intervento, promosso dalla proprietà privata ma sottoposto a rigido controllo pubblico, ha ottenuto il via libera paesaggistico con il provvedimento n. 65 del 17 ottobre 2025, emanato dall’Area 3 – Assetto del Territorio. L’autorizzazione rappresenta un passaggio decisivo per la trasformazione di un immobile da tempo inutilizzato in una struttura di pubblica utilità, destinata ad accogliere animali randagi e a sostenere le attività comunali di tutela del benessere animale.

Un progetto nel rispetto del paesaggio di Ardea

Il progetto prevede lavori di manutenzione straordinaria volti al recupero del fabbricato esistente e alla sua conversione funzionale in canile. Trattandosi di un’area di “notevole interesse pubblico”, il Comune di Ardea ha dovuto verificare la piena compatibilità dell’intervento con le norme paesaggistiche previste dal Codice dei Beni Culturali e dal Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) del Lazio.
L’autorizzazione paesaggistica è stata rilasciata in virtù del cosiddetto “silenzio assenso”, poiché la Soprintendenza non ha espresso parere entro i termini stabiliti dalla legge. Tuttavia, l’ente comunale ha vincolato l’approvazione al rispetto di precisi criteri estetici e architettonici, per assicurare un’integrazione armoniosa tra la nuova struttura e il contesto naturale circostante.


Materiali naturali e colori “di terra”

Le prescrizioni paesaggistiche impongono l’uso di materiali tradizionali e finiture coerenti con il paesaggio rurale di Ardea. Le pareti dovranno essere rifinite con intonaci dai toni caldi e naturali — nella gamma delle terre — mentre gli infissi dovranno riprodurre l’effetto del legno.
Anche le recinzioni, necessarie per la sicurezza degli animali, dovranno mantenere un aspetto “aperto” per non interrompere la percezione visiva del paesaggio. L’obiettivo dichiarato è quello di valorizzare il territorio e, al contempo, restituire dignità a una zona agricola oggi marginale, favorendone il recupero funzionale senza comprometterne l’equilibrio ambientale.


Un polo per la tutela e l’adozione

Il nuovo canile, secondo le intenzioni dei promotori, sarà concepito come un centro polifunzionale dedicato non solo all’accoglienza dei cani, ma anche alle attività di adozione, assistenza veterinaria e sensibilizzazione. Il recupero di un edificio esistente, invece della costruzione ex novo, riduce l’impatto ambientale e si inserisce nel più ampio obiettivo comunale di riqualificazione delle aree agricole dismesse.
Per Ardea, un territorio che da anni fronteggia il problema del randagismo, la realizzazione del canile rappresenta un passo concreto verso una gestione più civile e moderna del fenomeno, in linea con le politiche regionali di tutela degli animali e del territorio.


Burocrazia e trasparenza amministrativa

L’iter amministrativo, durato diversi mesi, si è svolto nel rispetto delle procedure previste dal Decreto Legislativo 42/2004 e dalla normativa regionale. Dopo la presentazione della richiesta e della documentazione tecnica, l’ufficio comunale ha verificato la conformità del progetto alle disposizioni paesaggistiche.
Non essendo pervenuto alcun rilievo contrario dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, è scattato il silenzio assenso previsto dalla legge. Ciò ha permesso al Comune di Ardea di procedere con il rilascio dell’autorizzazione, che resta comunque subordinata all’ottenimento del successivo titolo edilizio e alla verifica dell’assenza di vincoli di uso civico sull’area.


Un esempio di rigenerazione territoriale

La decisione del Comune di Ardea testimonia un approccio pragmatico alla gestione del territorio: recuperare strutture agricole in disuso per destinarle a funzioni sociali. Una strategia che coniuga sostenibilità ambientale, riuso del patrimonio edilizio e attenzione al welfare animale.
Il progetto del nuovo canile potrà diventare un modello di riferimento per altri comuni della Città Metropolitana di Roma, dimostrando come la tutela del paesaggio non sia un ostacolo, ma un valore aggiunto nella pianificazione urbana. L’ex porcilaia di via del Fosso dell’Acqua Buona, un tempo simbolo di un’agricoltura abbandonata, è pronta a rinascere come presidio di cura, accoglienza e civiltà.