Ardea, distrugge il braccialetto e va a passeggio: condannato per aggressione contro la ex ‘pizzicato’ a Pomezia
Passeggiava come un normale cittadino nei pressi di Piazza Indipendenza, a Pomezia. Ma per i Carabinieri quella presenza stonava: l’uomo, un 46enne residente ad Ardea, avrebbe dovuto trovarsi agli arresti domiciliari. Il fermo è scattato sul posto, al termine di un’attività di ricerca avviata dopo la sua evasione. A intervenire sono stati i militari della Stazione di Marina Tor San Lorenzo, con il personale del N.O.R. della Compagnia di Anzio e il supporto della Compagnia di Pomezia.
La fuga e il braccialetto distrutto
Secondo quanto ricostruito, l’uomo si sarebbe allontanato alcuni giorni prima, il 16 novembre 2025, dopo aver forzato e distrutto il braccialetto elettronico che ne monitorava i movimenti. Un’azione netta, che avrebbe fatto perdere temporaneamente le sue tracce e acceso immediatamente l’allarme. Le ricerche, una volta verificata l’assenza dall’abitazione e l’avvenuta manomissione del dispositivo, sono state estese al territorio, con l’obiettivo di rintracciarlo prima che potesse rendersi irreperibile.
Una vicenda iniziata mesi fa
L’arresto di Pomezia è l’epilogo di una storia iniziata mesi prima. La prima segnalazione risale al 25 aprile 2025, quando una donna di 51 anni, anche lei residente ad Ardea, si era presentata alla Stazione dei Carabinieri di Marina Tor San Lorenzo. La denuncia descriveva una relazione degenerata in episodi ritenuti gravi: aggressioni, vessazioni e maltrattamenti durante la convivenza, riferiti anche in presenza dei figli della donna.
L’incubo dopo la fine della relazione
Dopo la rottura, sempre secondo la denuncia, la situazione non si sarebbe placata. La vittima avrebbe raccontato appostamenti e minacce telefoniche, elementi che hanno fatto scattare la procedura prevista dal “Codice Rosso”, con l’attivazione immediata degli approfondimenti investigativi. Un passaggio cruciale, perché consente di accelerare gli interventi e le verifiche quando si ipotizzano condotte persecutorie o violenze domestiche.
Dalla cella ai domiciliari, poi la sparizione
Il 14 maggio, a conclusione delle indagini, i Carabinieri hanno arrestato l’uomo in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Velletri, ipotizzandone la responsabilità per atti persecutori e maltrattamenti ai danni dell’ex compagna. Dopo il trasferimento alla Casa Circondariale di Velletri, una successiva valutazione ha disposto per lui gli arresti domiciliari, misura resa più stringente dal braccialetto elettronico.
Il riconoscimento a Pomezia e il ritorno in carcere
La fuga, però, sarebbe durata poco: tre giorni dopo l’allontanamento l’uomo è stato riconosciuto e fermato a Pomezia dai militari impegnati nelle ricerche. Dopo le formalità di rito, il 46enne è stato associato alla Casa Circondariale di Velletri, dove si trova ora a disposizione dell’Autorità giudiziaria.
La precisazione: presunzione d’innocenza
Si precisa che, considerato lo stato del procedimento, le contestazioni sono allo stato ipotesi investigative e l’indagato deve ritenersi presunto innocente fino a eventuale sentenza definitiva di condanna.