Ardea, noto ristorante si ‘allarga’ ma ‘sconfina’ sulla spiaggia pubblica: il titolare non cede e trascina il Comune in Tribunale

Ardea, il lungomare rutulo, foto Google Maps

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Ad Ardea il fronte caldo è quello del mare. Non per le mareggiate, ma per un ristorante che avrebbe pensato di “allargarsi” troppo, occupando senza autorizzazioni un pezzo di spiaggia pubblica sul lungomare degli Ardeatini. La vicenda, finita in un braccio di ferro giudiziario, vede da una parte la società S.r.l., dall’altra il Comune di Ardea, deciso a difendere la legalità e il rispetto del demanio. A fare da arbitro sarà il Tar Lazio, chiamato a valutare la legittimità dell’ordinanza comunale che impone la demolizione delle opere considerate abusive.

L’ordinanza del comune di Ardea contestata dal noto ristorante

Tutto parte da un atto del Comune di Ardea: l’ordinanza n. 156 del 2 ottobre 2024. Nel documento si ordina la rimozione di strutture realizzate sul demanio marittimo “in assenza dei titoli abilitativi edilizi”. In sostanza, il ristorante avrebbe ampliato i suoi spazi, sconfinando sulla spiaggia pubblica senza concessioni valide. Una scelta che, se confermata, equivarrebbe a una violazione palese delle regole a tutela della costa.

La società non ci sta. Secondo i legali della S.r.l., quell’ordinanza sarebbe viziata da errori e illegittimità tali da renderla nulla. Da qui il ricorso al Tar, con richiesta di sospensiva immediata.

Il Comune di Ardea si difende: “Quella è spiaggia pubblica”

Per l’amministrazione di Ardea non c’è alcun dubbio: quelle strutture devono sparire. Il Segretario Generale, dott.ssa Alessandra Giovinazzo, ha dato mandato di difendere l’Ente in sede giudiziaria. A rappresentare il Comune di Ardea è stato incaricato l’avvocato Damiano Carletti, cui è stato affidato il compito di costituirsi in giudizio e resistere alle richieste della società privata.

Il costo della battaglia legale, già messo a bilancio, ammonta a 7.854,45 euro, di cui un primo acconto – pari a 1.570,88 euro – è stato liquidato in questi giorni a favore del legale. Una spesa che i cittadini, indirettamente, sostengono, ma che l’amministrazione considera necessaria per difendere il demanio marittimo da occupazioni improprie.

Spiaggia pubblica, un bene conteso con il noto ristorante

La vicenda riporta al centro il tema della gestione delle spiagge, un nodo che da anni incendia le coste italiane. A Ardea, come in molte altre località, il confine tra interessi privati e diritto collettivo all’uso del litorale è diventato terreno di scontro. La legge parla chiaro: il demanio marittimo appartiene a tutti. Le concessioni possono concedere un utilizzo temporaneo, ma non trasformare un bene comune in proprietà privata.

Qui, però, il Comune di ARdea denuncia un vero e proprio sconfinamento. Non un equivoco burocratico, ma un ampliamento edilizio in piena regola, che ha portato a un’ordinanza di demolizione.

Il ricorso della S.r.l.

La società non solo si oppone, ma accusa l’amministrazione di aver agito senza le dovute motivazioni e con provvedimenti “sproporzionati”. In tribunale, i legali dellaS.r.l. cercheranno di ottenere l’annullamento dell’ordinanza, mettendo sotto accusa l’operato dell’Ente e chiedendo la sospensione delle demolizioni.

Per il Comune di Ardea, invece, la partita non riguarda solo un singolo ristorante: in gioco c’è un principio generale, quello di garantire che la spiaggia resti un bene pubblico, non sacrificato agli appetiti di chi vuole trasformarla in metri quadri commerciali.

Una battaglia simbolica

Il caso Ardea, quindi, assume una valenza più ampia. Non è solo una questione di un muro o di una pedana da smontare, ma la cartina di tornasole di un fenomeno che si ripete lungo tutta la penisola: ristoranti e stabilimenti che “allungano le mani” sulle spiagge, spesso in silenzio, finché qualcuno non se ne accorge.

La scelta del Comune di costituirsi al Tar, con tanto di impegno di spesa per difendere l’ordinanza, mostra la volontà di non cedere. Un segnale che può pesare anche come deterrente per altri casi simili.

Il Tar deciderà

Ora la parola passa ai giudici del Tar Lazio. Saranno loro a stabilire se l’ordinanza comunale regge giuridicamente o se, al contrario, dovrà essere annullata. In mezzo, i cittadini di Ardea, spettatori di una battaglia che li riguarda da vicino: la difesa della spiaggia pubblica, bene prezioso e sempre più minacciato.

Un verdetto atteso, che non deciderà solo del futuro di un ristorante, ma dirà molto sul destino di un litorale intero.