Ardea, perseguitata, aggredita e minacciata dalla vicina: “Aiuto, ho paura che prima poi finisca male”

Una frase semplice ma agghiacciante: “Sono stalkerizzata, minacciata, perseguitata. Aiutatemi”. Con queste parole, affidate a un post pubblico su Facebook, Rosa (nome di fantasia) ha rotto il silenzio su una vicenda che la tormenta da anni. Vive con sua madre nella zona di Nuova Florida, ad Ardea, e da troppo tempo si sente in trappola. Minacce, insulti, aggressioni verbali e fisiche: tutto sempre dalla stessa persona, una giovane donna sotto i 30 anni che – secondo il racconto della vittima – l’ha presa di mira in modo ossessivo.
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Una persecuzione lunga anni
Rosa, in passato, abitava con entrambi i genitori. Poi, a seguito di un’aggressione avvenuta davanti alla nipotina minorenne, la sorella era stata costretta ad andarsene per proteggere la figlia, già affetta da patologie cardiache. Il padre di Rosa, malato da tempo, è morto mesi fa, lasciandola sola con la madre ultraottantenne, gravemente malata. La donna, affetta da gravi patologie cardiovascolari, non può essere lasciata da sola neanche per brevi periodi, aggravando la già fragile situazione familiare.
“Mi perseguita ovunque, non riesco più a vivere”
Secondo quanto raccontato da Rosa, le minacce vanno avanti da anni. Una denuncia per stalking era già stata presentata nel 2021, ma è stata archiviata. E da allora, racconta Rosa, la sua vita è diventata un inferno. La presunta stalker – che abita nei dintorni – continua ad avvicinarsi alla sua abitazione, e in più occasioni sarebbe entrata nella sua proprietà senza permesso. Rosa dice di avere un video che lo dimostra, ma ogni volta che chiama le forze dell’ordine, la donna viene trovata tranquilla e nulla può essere fatto.
“Non lavoro più, ho paura a lasciare sola mia madre”
“Sono la sua ossessione”, dice Rosa, che vive in uno stato di allerta costante. Ha smesso di lavorare perché non può lasciare la madre sola a casa, teme per la propria incolumità e per quella della sua famiglia. Lancia un grido disperato: “Non voglio finire ammazzata”.
Il suo racconto fa emergere una realtà pesante, che mina ogni aspetto della sua esistenza: dalla salute mentale alla serenità familiare, dalla possibilità di lavorare al diritto di muoversi liberamente.
L’appello: “Fermatela prima che sia troppo tardi”
Rosa chiede alle istituzioni di intervenire prima che accada qualcosa di irreparabile. “Questa non è vita”, conclude nel suo post, “ma un inferno quotidiano”. E ora, pubblicamente, chiede giustizia. Chiede protezione. Chiede ascolto. Prima che il suo appello diventi l’ennesimo dramma annunciato.