Ardea, pusher evade dai domiciliari per andare in spiaggia: 29enne portato nel carcere di Velletri
Una fuga surreale, degna più di una sceneggiatura che di un fascicolo giudiziario. È accaduto ad Ardea, nella località di Tor San Lorenzo, dove un 29enne, già ristretto ai domiciliari con braccialetto elettronico per reati legati agli stupefacenti, ha deciso di “prendersi una pausa” dalle misure imposte dalla giustizia. Il suo obiettivo? Una passeggiata sulla spiaggia del Lungomare degli Ardeatini.
L’allarme e la caccia sulle spiagge di Ardea
Il 19 settembre, i Carabinieri della Stazione di Marina Tor San Lorenzo sono stati avvisati dal sistema di controllo dell’allontanamento del giovane dalla propria abitazione. Immediata la risposta: una battuta serrata tra le vie del litorale, che ha portato i militari a rintracciare il fuggitivo proprio nei pressi dell’arenile. La scelta del luogo della fuga, simbolo di libertà e spensieratezza, stride amaramente con la condizione dell’uomo, gravato da misure restrittive.
La corsa disperata sul litorale di Ardea
Alla vista delle divise, il 29enne ha provato l’ultima carta: la fuga a piedi. Un inseguimento rapido e nervoso, tra recinzioni scavalcate e giardini privati attraversati in pochi secondi, in un contesto residenziale che nulla aveva di eroico ma molto di goffo. La corsa, tuttavia, è durata poco: i Carabinieri lo hanno raggiunto e bloccato, riportando l’episodio dentro i confini della legalità.
Il carcere come nuova destinazione
Terminate le procedure di rito, il giovane è stato trasferito presso la Casa Circondariale di Velletri, dove resterà a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Un passaggio inevitabile dopo l’evidente violazione delle prescrizioni imposte. Dal comfort relativo dei domiciliari, il 29enne si è così ritrovato dietro le sbarre, pagando immediatamente il prezzo di un gesto tanto incosciente quanto prevedibile.
Il segnale che resta
L’episodio, pur avendo i tratti di una vicenda quasi grottesca, è il riflesso di un fenomeno che colpisce con frequenza crescente le zone costiere della provincia romana: l’intreccio tra criminalità legata allo spaccio e quotidianità apparentemente tranquilla delle località balneari. La fuga del 29enne non è solo un gesto di leggerezza: è anche la dimostrazione di quanto fragile possa essere il confine tra vita comune e illegalità radicata.
Il monito delle divise
Ancora una volta, l’azione tempestiva dei Carabinieri ha evitato che l’evasione degenerasse in situazioni più pericolose. La loro presenza sul territorio continua a rappresentare l’argine principale contro episodi che, pur singolari, rivelano l’ostinazione con cui certi soggetti tentano di sottrarsi alla giustizia. Il caso di Tor San Lorenzo è un monito chiaro: nessun gesto di insubordinazione, nemmeno il più apparentemente innocuo, resta impunito.
La presunzione di innocenza
Come previsto dalla legge, si tratta di indagini preliminari. L’uomo resta da considerarsi innocente fino a eventuale sentenza definitiva. Ma la cronaca dei fatti, con la fuga sulla spiaggia e il successivo arresto, resta scolpita come l’ennesimo capitolo di un rapporto malato tra giovani e droga, tra libertà cercata e libertà negata.