Ares Gate, vip a confronto al processo per bancarotta a Roma: e il Pm chiede la trasmissione degli atti di Eva Grimaldi

Un’aula gremita di volti noti, dichiarazioni clamorose e un colpo di scena che sposta il focus del processo: la presunta bancarotta fraudolenta della Ares Film si arricchisce di un nuovo capitolo. E questa volta al centro non c’è solo Alberto Tarallo, il produttore televisivo sotto accusa, ma anche Eva Grimaldi, per la quale il pm Carlo Villani ha chiesto la trasmissione degli atti per una possibile iscrizione nel registro degli indagati. L’ipotesi: falsa testimonianza e calunnia, come riporta oggi La Repubblica.
Durante l’ultima udienza, l’attrice avrebbe cambiato radicalmente versione rispetto a quanto dichiarato agli inquirenti in fase d’indagine. Prima aveva sostenuto che Tarallo avesse un ruolo chiave nella gestione economica della Ares. Ora, davanti ai giudici, ha ritrattato: “Non ho mai detto che metteva i soldi, non è nel mio stile”. Una frase che avrebbe lasciato perplessa la procura, che sospetterebbe possa essere stata una strategia per proteggere l’imputato.

Vip a confronto e accuse incrociate: il caso Ares diventa un giallo da salotto tv
Sul banco dei testimoni si sono alternati Gabriel Garko, Massimiliano Morra, Rosalinda Cannavò, l’ex deputata Patrizia Marrocco e, appunto, Eva Grimaldi. Tutto nasce da alcune dichiarazioni fatte da Morra e Cannavò dentro la casa del Grande Fratello Vip: sospetti pesanti sul suicidio di Teodosio Losito, compagno e socio di Tarallo, evocazioni di sette esoteriche, e il soprannome inquietante attribuito al produttore: “Lucifero”.
Il fratello di Losito ha sporto denuncia, e da lì è partita l’indagine: sequestro dei beni ereditati da Tarallo, accuse di testamento falso e ipotesi che il produttore abbia approfittato della morte del compagno per escluderne la famiglia e ottenere il patrimonio. Un cast da prima serata, ma con risvolti giudiziari reali.
Cannavò dietro un paravento: “Non potevo lavorare senza l’ok di Tarallo”
Tra le testimonianze più forti, c’è quella di Rosalinda Cannavò: ha chiesto di parlare dietro un paravento, spiegando che non riesce neppure a guardare Tarallo. Avrebbe raccontato di aver vissuto a lungo nella casa condivisa da Tarallo e Losito, e di come quest’ultimo fosse spesso preoccupato per le difficoltà economiche legate alla produzione delle fiction. Anche Gabriel Garko ha ricalibrato le sue affermazioni, spiegando che quando definì Losito un “prestanome”, si riferiva alla firma sulle sceneggiature, non agli affari.
A rincarare la dose è stata Patrizia Marrocco, che ha parlato di un Losito insoddisfatto, desideroso di cambiare vita: “Teo non voleva più stare in quel mondo, sognava Milano, la musica, la libertà. Ma non voleva ferire Alberto”.
Prossima udienza: attese Barbara D’Urso e Nancy Brilli
Il processo è stato aggiornato. Mancano all’appello ancora due nomi “pesanti”, in quanto a popolarità: Barbara D’Urso e Nancy Brilli, entrambe assenti nell’ultima seduta ma attese alla prossima. La sensazione è che il caso Ares stia per esplodere in tutta la sua complessità. Tra verità ritrattate, rapporti opachi e ricostruzioni sempre più sfumate, sarà il tribunale a stabilire dove finiscono i racconti da set televisivo e dove inizia il disegno di una possibile truffa milionaria.
Nel frattempo, la presenza scenica di attori e celebrità in aula continua a tenere alta l’attenzione, trasformando ogni udienza in un atto di un dramma che sembra scritto per la tv, ma che potrebbe finire con condanne molto reali.
L’Ares gate
Nel settembre 2020 esplode l’Ares Gate, quando le parole di Adua Del Vesco e Massimiliano Morra, nella Casa del Grande Fratello Vip, mettono sotto accusa la Ares Film di Alberto Tarallo e il suo socio Teodosio Losito per un presunto sistema di manipolazioni, pressioni psicologiche e perfino istigazione al suicidio dopo il tragico gesto di Losito, trovato morto l’8 gennaio 2019.
Lo scandalo si allarga: la Procura di Roma apre un fascicolo sulla morte di Losito (poi archiviato per mancanza di prove sull’istigazione al suicidio) e indaga sul fallimento – dicembre 2020 – della Ares Film, decretato per un debito di 1,5 milioni di euro. Nel gennaio 2024 Tarallo viene rinviato a giudizio per bancarotta fraudolenta, con l’accusa di aver “distratto e occultato” risorse aziendali.
Le controversie sul testamento
A smentire le accuse di falsificazione del testamento di Losito erano nel frattempo intervenuti i giudici della Cassazione (settembre 2022), che avevano dichiarato la perizia calligrafica “inattendibile”, dissequestrando beni per 5 milioni di euro a Tarallo e assolvendo il produttore dall’accusa di falso in relazione al testamento.
Il documentario: la fabbrica delle illusioni
A chiudere il cerchio, il documentario-inchiesta Ares Gate: la fabbrica delle illusioni, andato in onda su Nove e in streaming su Discovery+ a luglio/settembre 2023. Il filmato ripercorre la parabola della Ares Film: dal successo delle fiction Mediaset firmate da Losito e Tarallo fino al suicidio e alle inchieste giudiziarie, con contributi di criminologi, giornalisti, forze dell’ordine e avvocati coinvolti nella vicenda.
Tarallo è stato assolto dalle accuse di falso testamento, mentre rimane aperto il processo per bancarotta fraudolenta. L’inchiesta sulla morte di Losito, inizialmente per istigazione al suicidio, si è chiusa senza indagati per questo capo di imputazione.